Tumori: la malnutrizione peggiora la prognosi

La probabilità di sopravvivenza per i pazienti oncologici malnutriti è significativamente inferiore rispetto quella dei malati che non presentano problematiche nutrizionali

Uno studio italiano, pubblicato di recente sulla rivista Cancers, rimarca l’importanza di una corretta nutrizione nei pazienti oncologici, associata a una maggiore probabilità di sopravvivenza globale rispetto a quanto accade nei soggetti malnutriti. Dallo studio, denominato NUTRIONCO, è emerso in particolare che la malnutrizione influisce in modo negativo sulla risposta ai trattamenti antitumorali, sulla qualità di vita e sulla sopravvivenza. Da qui il monito degli studiosi a provvedere a un attento monitoraggio dello stato nutrizionale dei pazienti oncologici, sia all’esordio del cancro sia durante il trattamento, e a mettere in atto strategie di supporto alla nutrizione.

Lo studio NUTRIONCO

NUTRIONCO è uno studio retrospettivo osservazionale in cui sono stati analizzati i dati relativi a 571 pazienti oncologici, già coinvolti in uno studio precedente, denominato PreMiO, in 10 centri di ricerca italiani, tra cui l’Università La Sapienza di Roma, l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e l’Ospedale Cardarelli di Napoli.

Dallo studio PreMiO era emerso che più della metà dei pazienti oncologici presenta carenze nutrizionali ed è a rischio di malnutrizione già alla prima visita oncologica. Il nuovo studio, che

ha raccolto i dati nei due anni successivi alla prima visita di oncologia medica, ha invece evidenziato che la popolazione ben nutrita aveva una maggiore probabilità di sopravvivenza globale rispetto ai pazienti malnutriti. Di contro la malnutrizione riduceva la probabilità di sopravvivenza nei pazienti con tumore non metastatico. La malnutrizione o il rischio di malnutrizione erano più frequenti tra i pazienti affetti da cancro del colon retto (21,3%), polmonare (20%), gastroesofageo (10,7%) e del pancreas (10,7%).

Malnutrizione, cachessia e sarcopenia

«Nelle persone con cancro la malnutrizione è la faccia che compare su entrambi i lati della medaglia perché può peggiorare la malattia o essere causata dal cancro – osserva il professor Maurizio Muscaritoli, presidente della Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (SINuC) – . La malattia, infatti, ha un metabolismo accelerato e per crescere “si nutre” dell’organismo, sottraendogli proteine e carboidrati. I trattamenti a loro volta, possono determinare anoressia e ridotto introito calorico». 

Il livello estremo della malnutrizione legato al cancro si chiama cachessia. Questa condizione è caratterizzata da una grave perdita di massa muscolare, con o senza perdita di tessuto adiposo, infiammazione sistemica, stanchezza generalizzata (astenia) e affaticamento. La cachessia è considerata una sindrome paraneoplastica e la sarcopenia, ossia la perdita involontaria di massa e performance muscolare, che l’accompagna è presente nel 20-70% dei pazienti oncologici, complici le difficoltà a nutrirsi.

Malnutrizione e mortalità

I risultati dello studio hanno mostrato che oltre il 70% dei pazienti con progressione della malattia durante il follow-up di 2 anni presentava uno stato nutrizionale inadeguato già alla prima visita, rispetto al solo 29% dei pazienti senza progressione della malattia. 

«Tra i pazienti classificati malnutriti o a rischio di malnutrizione abbiamo riscontrato un tasso di mortalità di oltre il 65%. Al contrario, nei pazienti classificati come ben nutriti il tasso di mortalità è stato del 38%, quasi la metà rispetto al primo gruppo» aggiunge Muscaritoli.

Dallo studio è emersa inoltre un’associazione statisticamente significativa tra uno scarso stato nutrizionale e cancro con metastasi tra i pazienti deceduti entro la data del follow-up.

Il supporto nutrizionale

«Sebbene possano avere un impatto importante sulla prognosi nei pazienti oncologici, malnutrizione e cachessia sono ancora sottovalutate nella pratica clinica oncologica e anche quando vengono individuate, il supporto nutrizionale non viene implementato in modo sistematico» fa notare Muscaritoli, sottolineando i benefici e il basso costo delle strategie di supporto nutrizionale. Quest’ultime si basano sull’utilizzo di supplementi nutrizionali orali, nutrienti specifici e nutrizione enterale o parenterale. Tutti interventi a basso costo che hanno mostrato benefici clinici e presentano un livello di costo-efficacia tale da creare un risparmio nel costo complessivo di trattamento dei pazienti per il sistema sanitario.

© 2022 Fondazione Mutagens ETS. Tutti i diritti riservati.

Leggi altre notizie