Tumori: centrale l’identificazione delle alterazioni genetiche

Per una medicina ancora più di precisione occorre implementare l’individuazione “personalizzata” di varianti patogenetiche in tutte le fasi della malattia, dalla diagnosi alle fasi metastatiche. Il monito degli esperti intervenuti al convegno internazionale Italian Summit On Precision Medicine

Sono più di 31 mila i nuovi casi di cancro legati ad alterazioni di geni coinvolti nell’insorgenza e nello sviluppo delle neoplasie diagnosticati ogni anno in Italia. Tra queste neoplasie spiccano quelle del seno, seguite dai tumori di colon-retto, polmone, prostata e pancreas. Identificare la presenza di alterazioni genetiche nei tumori già dalla diagnosi, e non solo nella fase metastatica, può avere ricadute enormi, rendendo più mirate prevenzione, cure e ricerca. Lo hanno ribadito gli oltre 150 esperti intervenuti a Roma alla quarta edizione del convegno internazionale Italian summit on precision medicine, sottolineando la necessità di adottare nuove tecnologie per eseguire i test genetici di profilazione estesa in modo più efficiente, con riduzione dei tempi di esecuzione e minori disagi per i pazienti e i loro familiari. Gli esperti hanno anche segnalato l’importanza di riorganizzare le sperimentazioni cliniche con l’intelligenza artificiale e approfondire lo studio dei sistemi complessi nonché le opportunità offerte dai nuovi farmaci anticorpi-coniugati.

Medicina di precisione

In Italia il cancro rappresenta la seconda causa di morte ed è responsabile di quasi il 30% dei decessi, con un impatto sempre più forte sui sistemi sanitari nazionali. Negli anni sono aumentati i tassi di sopravvivenza e il merito è anche di una medicina sempre più personalizzata e di precisione grazie all’individuazione di bersagli su cui indirizzare le terapie.

«L’individuazione di varianti patogenetiche di alcuni geni è importante in tutte le fasi della malattia oncologica, dalla diagnosi alle fasi metastatiche, senza dimenticare che alcune di queste alterazioni (in particolare le varianti della linea germinale e quindi ereditarie) possono guidare percorsi di prevenzione più efficaci ed efficienti, concentrando accertamenti spesso ad alto costo nelle persone a rischio d’insorgenza di malattia per la presenza di specifiche alterazioni – riferisce il professor Paolo Marchetti, ordinario di Oncologia all’Università La Sapienza di Roma e presidente della Fondazione per la Medicina Personalizzata-FMP -. È così possibile ottenere un’efficace prevenzione con interventi terapeutici precoci ed inoltre una più accurata selezione delle terapie. È ora possibile coniugare una migliore assistenza medico-sanitaria con la garanzia di sostenibilità dei sistemi sanitari».

Intelligenza artificiale in aiuto alla medicina di precisione

Tra le principali novità che rivoluzioneranno l’oncologia di precisione nel prossimo futuro un ruolo di spicco spetta all’intelligenza artificiale, come segnala Marchetti. «Gli studi vanno ripensanti alla luce delle opportunità fornite dalle tecnologie informatiche innovative. Siamo in grado di acquisire ed analizzare una quantità enorme di informazioni per ottenere nuove conoscenze delle interazioni tra sistemi complessi su cui basare nuove opportunità terapeutiche».

E proprio lo studio delle interazioni tra i sistemi complessi è un’altra delle novità importanti affrontate al convegno romano. «Finora abbiamo affrontato solo marginalmente il problema della complessità del cancro, con scarsa capacità di trasformare questa conoscenza in sapienza clinica – osserva Marchetti -. Con i nuovi sistemi di analisi, basati su machine learning ed intelligenza artificiale, potranno emergere ulteriori informazioni per valutare i meccanismi di resistenza. Per esempio, l’immunoterapia è spesso efficace contro patologie complesse come il melanoma, il carcinoma polmonare o il tumore della vescica. In altri casi, invece, si rivela inutile: può dipendere da molti fattori, tra cui il ruolo del microbiota o la somministrazione di altri farmaci per malattie concomitanti. L’analisi di questi aspetti richiederebbe studi ad hoc di fase 3, ma è impossibile condurre ricerche cliniche per ogni singola variabile. Anche in questo settore un aiuto viene dall’intelligenza artificiale che potrà far emergere i diversi fattori interferenti».

L’importanza dei farmaci anticorpi-coniugati

Nei prossimi anni anche i farmaci anticorpi-coniugati giocheranno sempre più un ruolo di primo piano nella medicina personalizzata.

«I farmaci anticorpi-coniugati hanno un meccanismo d’azione che funziona da “cavallo di Troia” in cui il farmaco è legato ad un anticorpo che riconosce selettivamente le cellule tumorali – spiega Giuseppe Curigliano, professore di oncologia medica all’Università di Milano e direttore Divisione sviluppo di nuovi farmaci per terapie innovative all’IEO di Milano -. Di solito sono terapie ben tollerate, e vengono utilizzate per patologie molto diffuse. È il caso del carcinoma mammario che da solo rappresenta un terzo di tutte le neoplasie femminili. I nuovi studi clinici si stanno concentrando sulla possibilità di utilizzare nuovi anticorpi o sull’unione di farmaci anti-neoplastici diversi».

E sempre parlando di farmaci e medicina di precisione, Curigliano ha sottolineato l’importanza della personalizzazione del dosaggio. «Fin dagli anni 50 del secolo scorso l’utilizzo dei farmaci anti-cancro ruota intorno al concetto di “massima dose tollerata”. Stiamo ora passando a quello di “dose biologica ottimale” che deve tenere conto, il più possibile, di tutte le specifiche condizioni individuali sia a livello clinico che psicologo».

Profilazione genetica e varianti germinali

La studio delle varianti genetiche associate ai tumori è in grado di evidenziare le mutazioni somatiche della neoplasia che sono poi quelle che danno accesso alle terapie agnostiche, ma può contribuire anche alla scoperta di alterazioni germinali associate a tumori ereditari.

«Nel Rome Trial è stata fatta una profilazione genomica estesa, tramite l’analisi del DNA circolate (biopsia liquida) e sul tessuto tumorale (biopsia solida) – spiega Marchetti -. Ciò ci ha permesso non solo di identificare mutazioni somatiche suscettibili di trattamento con farmaci a bersaglio molecolare, ma anche di individuare varianti di probabile origine germinale in 164 casi su 1748 pazienti analizzati, poi confermata in circa il 90% dei casi tramite i test genetici sul sangue. Più aumenteranno le profilazioni estese, più salirà il numero di varianti germinali che intercetteremo con importanti ricadute non solo sul singolo paziente, ma anche sui familiari possibili portatori delle stesse alterazioni e quindi ad alto rischio di cancro».

La medicina di precisione sta dunque creando molte aspettative, ma per arrivare ad una sua reale applicazione, a detta degli esperti intervenuti al convegno romani, bisogna sviluppare, quanto prima, linee guida e raccomandazioni per gli specialisti basate sull’evidenza.

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