Le potenzialità di un vaccino per i tumori di pancreas e colon-retto

Promettente un preparato in sperimentazione che aiuterebbe a prevenire le recidive nei pazienti con mutazione KRAS, in precedenza sottoposti a intervento chirurgico

Si chiama ELI-002 2P il vaccino sperimentale che potrebbe contribuire a prevenire le recidive di tumori del pancreas e del colon-retto caratterizzati dalla presenza di mutazioni nel gene KRAS. Lo suggerisce uno studio di fase I, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, per mano di alcuni ricercatori dell’Anderson Cancer Center dell’University of Texas.

Mutazioni KRAS

Il cancro del colon-retto e l’adenocarcinoma duttale pancreatico rappresentano rispettivamente la seconda e terza causa di morte per cancro. Il trattamento locoregionale standard per la malattia resecabile è associato a una sopravvivenza a 5 anni inferiore al 20% e purtroppo, in caso di recidiva, sono pochi i trattamenti efficaci. L’immunoterapia con inibitori dei checkpoint immunitari (PD1/PDL1 o CTLA4) offre benefici solo nei tumori in stadio avanzato che presentano una particolare caratteristica molecolare definita instabilità dei microsatelliti.

Tuttavia, le mutazioni KRAS, presenti in circa il 93% dei tumori duttali del pancreas e nel 50% di quelli del colon-retto, sono considerate bersagli ideali per l’immunoterapia, poiché sono necessarie per la sopravvivenza tumorale. Le terapie basate su cellule T specifiche per le mutazioni KRAS hanno mostrato benefici in alcuni casi specifici, a fronte però di processi complicati e costi elevati. Da qui idea di mettere a punto un vaccino terapeutico che agisca sulle mutazioni KRAS G12D e G12R.

Efficacie e sicurezza del vaccino sperimentale

I ricercatori americani hanno valutato l’efficacia del vaccino sperimentale in 25 pazienti, 20 con tumore del pancreas e 5 con cancro del colon-retto, tutti con mutazione KRAS e in precedenza sottoposti a intervento chirurgico.

I dati preliminari raccolti mostrano che la vaccinazione sottocute ELI-002 2P, mirata alle mutazioni KRAS G12D e G12R, ha determinato una risposta immunitaria ampia nell’84% dei pazienti e nel 100 % dei soggetti che avevano ricevuto la dose più alta di vaccino, evidenziata dalla riduzione significativa dei biomarcatori tumorali.

A detta degli autori, il nuovo approccio avrebbe la potenzialità di ritardare la recidiva e migliorare l’aspettativa di vita nei pazienti con cancro del pancreas e del colon-retto a fronte di effetti collaterali limitati e in genere non gravi. Nonostante le potenti risposte immunitarie cellulari indotte, non sono stati infatti osservati effetti collaterali correlati alle cellule T (per esempio la sindrome da rilascio di citochine). Inoltre, non sono stati osservati eventi di sicurezza correlati al sistema autoimmune e diversi pazienti arruolati con condizioni autoimmuni lievi (ad esempio anemia perniciosa, iperparatiroidismo e morbo di Graves) non hanno manifestato alcun cambiamento nella loro malattia

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