I tumori del colon nei giovani crescono più in fretta?

Ricercatori italiani suggeriscono che le neoplasie colorettali che insorgono prima dei 50 anni crescano più rapidamente rispetto a quelle sviluppate in età avanzata. Se confermata, tale ipotesi potrebbe portare a un ripensamento dei programmi di screening

Dagli anni ’90 del secolo scorso c’è stato in tutto il mondo un progressivo aumento dei tassi di incidenza del cancro del colon-retto a esordio giovanile. Questa situazione riguarda anche l’Italia, come evidenziano dati recenti, raccolti nell’Area Metropolitana di Milano, grazie a una collaborazione tra l’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) di Milano e l’Oncologia Falck dell’Ospedale Niguarda di Milano. Non solo, pare che questi tumori giovanili crescano più velocemente rispetto a quelli che insorgono in età avanzata. Lo suggerisce, dalle pagine della rivista Cell, un team di ricercatori e medici di IFOM, l’Istituto di Oncologia molecolare di Fondazione AIRC, e dell’Oncologia Falck dell’Ospedale Niguarda, coordinati da Salvatore Siena e Alberto Bardelli, docenti di Oncologia medica all’Università Statale di Milano e di Istologia all’Università di Torino rispettivamente.

Lo studio delle caratteristiche molecolari

Le differenze molecolari tra i tumori del colon-retto a insorgenza precoce e quelli in età avanzata sono ancora oggi poco definite e per identificarle gli studiosi italiani stanno portando avanti un importante progetto, denominato IANG-CRC. Lo studio IANG-CRC, finanziato dalla Fondazione Regionale Ricerca Biomedica, si basa sull’integrazione di competenze di genetica molecolare con Alberto Bardelli, di bioinformatica con Giovanni Crisafulli (IFOM), di oncologia medica con Salvatore Siena e con il contributo particolare di due Physician Scientist, Gianluca Mauri (Ospedale Niguarda) e Giorgio Patelli (IFOM), fortemente voluti da IFOM, Ospedale Niguarda, AIRC e Statale per connettere l’oncologia medica e la medicina molecolare.

La cordata dei ricercatori di IFOM e Niguarda ha ipotizzato, come si legge nell’articolo pubblicato su Cell, di stimare l’età del cancro con un approccio multi-omico, che si basa sull’integrazione di diversi livelli di analisi molecolare, dalla genomica alla metabolomica, per raggiungere una visione più completa dei meccanismi biologici alla base della malattia.

Le implicazioni future su screening e prevenzione

La nuova ipotesi dei ricercatori italiani sull’aumentata velocità di crescita dei tumori dei giovani adulti potrebbe spiegare perché, nonostante non siano state ancora identificate caratteristiche molecolari specifiche, queste neoplasie sembrino avere una maggiore aggressività biologica.

«Sebbene gli screening abbiano migliorato la diagnosi precoce negli adulti sopra i 50 anni, i giovani adulti restano esclusi dai programmi di prevenzione. In quest’ottica emerge con particolare importanza l’esigenza di sviluppare approcci specifici per i tumori del colon-retto a insorgenza precoce» osserva Salvatore Siena.

Per affrontare il problema della diagnosi precoce dei tumori del colon-retto a esordio precoce dagli Stati Uniti è giunta la proposta di anticipare le procedure di screening. «Tuttavia secondo la nostra ipotesi la crescita dei tumori del colon-retto ad insorgenza giovanile, o almeno di una parte di essi, potrebbe essere troppo rapida per essere intercettata dai normali programmi di prevenzione» aggiunge Siena. Gli studiosi italiani hanno comunque già pensato a delle alternative, come test frequenti per cercare tracce di DNA tumorale nel sangue (biopsia liquida).

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