Tumore al seno: sessualità da non dimenticare

Oltre il 90% delle pazienti riscontra problemi nella sfera sessuale, ma 2 su 3 non ne parlano. L’appello di Europa Donna Italia per dare più peso al tema

Secondo i dati di un’indagine su quasi 400 donne con diagnosi di tumore al seno, promossa da Europa Donna Italia e presentata nel corso del recente convegno scientifico “Rəvolution in Medicine”, più del 90% delle pazienti riscontra problemi legati alla sfera sessuale in seguito a interventi e trattamenti, ma il 66% non ne parla con nessuno e il 42% rinuncia a gestirli. Le tematiche relative alla sfera emotiva e sessuale sono percepite come importanti dalla maggior parte delle pazienti, ma di fatto poche ne parlano. Da qui l’esigenza di uscire allo scoperto e promuovere un cambiamento, come segnalato dagli esperti interventi al convegno.

Più attenzione agli effetti sulla sfera sessuale delle terapie

«La salute sessuale è un aspetto puntualmente trascurato del benessere di chi ha una diagnosi impegnativa come il tumore al seno, specie se metastatico, ma è parte integrante del benessere di ciascuna donna e non può essere un argomento omesso a fronte di una diagnosi di tumore al seno – osserva Manuelita Mazza, oncologa della Senologia Medica dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e responsabile scientifica di “Rəvolution in medicine” -. Fornire alla paziente informazioni chiare sugli effetti collaterali sessuali dei trattamenti e, se desiderato, includere il partner nelle discussioni cliniche può fare una grande differenza. Questa apertura non solo supporta meglio la paziente, ma le permette di sentirsi compresa in una delle sfere più intime e vulnerabili della sua vita».

I dati raccolti confermano la necessità di una maggiore chiarezza sull’impatto delle terapie sulla sessualità, visto che solo 2 donne su 10 hanno un alto livello di consapevolezza su questo tema e che 2 coppie su 3 hanno interrotto i rapporti sessuali dopo la diagnosi della malattia. Senza contare le ripercussioni negative sulla maternità: molte pazienti pur avendo il desiderio di diventare madri, ne parlano poco con il proprio medico e tendono a rinunciarvi perché non ben informate.

Il bisogno di cambiamento

Con questa indagine, Europa Donna Italia ha voluto evidenziare la necessità di uscire dall’ombra e di avere un maggiore supporto da parte dei medici e anche dagli psiconcologi.

«Già dal 2022 abbiamo avviato il progetto “Come Prima”, dedicato al recupero della femminilità e al desiderio di maternità delle donne con tumore del seno, coinvolgendo le pazienti, i loro partner e i medici con materiale informativo e appuntamenti dedicati, e proseguono i nostri sforzi per promuovere e normalizzare il dialogo tra pazienti e professionisti sanitari, medici in primis, anche su questi aspetti – segnala Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia -. Non dimentichiamo che la presa in carico delle pazienti deve prendere in considerazione non solo la malattia di per sé, ma la donna nella sua interezza, con i suoi bisogni fisici e psicologici».

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