Tumore al pancreas: promettente un farmaco anti-asma

Secondo uno studio internazionale, coordinato da ricercatori italiani, la budesonide può avere effetti antiproliferativi sulle cellule del cancro pancreatico, aprendo la strada a nuove strategie terapeutiche

Tra i pazienti asmatici si osserva una minore incidenza di tumore al pancreas, fenomeno che potrebbe essere associato all’assunzione della budesonide, un farmaco cortisonico utilizzato per il trattamento di questa malattia respiratoria. Lo suggerisce uno studio internazionale, coordinato dall’Istituto di genetica e biofisica “A. Buzzati-Traverso” del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli (Cnr-Igb) e condotto assieme all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, all’Instituto de Investigaciones Biomedicas Sols-Morreale di Madrid e all’Università del Tennessee. Secondo i nuovi dati la budesonide avrebbe la capacità di contrastare la proliferazione delle cellule tumorali dell’adenocarcinoma duttale pancreatico, la forma più frequente di tumore al pancreas. I risultati dello studio sono stati pubblicati di recente sul Journal of Experimental & Clinical Cancer Research.

Lo studio

La ricerca è stata condotta studiando gli effetti della budesonide su cellule in coltura e animali di laboratorio. Dagli esperimenti è emerso che questo farmaco arresta la crescita delle cellule del tumore pancreatico modificandone il metabolismo e interferendo in particolare con i cambiamenti necessari alla progressione tumorale.
«Ci siamo concentrati sulla correlazione inversa che, secondo dati statistici, vede un’associazione negativa tra i pazienti asmatici sotto terapia da lungo tempo e la frequenza del tumore al pancreas –riferisce Gabriella Minchiotti (Cnr-Igb), coordinatrice del lavoro -. Abbiamo così scoperto che la budesonide, un farmaco glucocorticoide già in commercio per il trattamento dell’asma, è in grado di limitare le caratteristiche più aggressive delle cellule umane di tumore del pancreas, come la capacità di proliferare, migrare e invadere altri tessuti e organi, alla base della disseminazione delle metastasi».

Nuove prospettive

I risultati ottenuti suggeriscono un possibile utilizzo della budesonide anche nella terapia preventiva o come coadiuvante nel trattamento dell’adenocarcinoma duttale pancreatico. «L’approccio in gergo medico-scientifico è chiamato “riposizionamento” poiché è utilizzato in caso di farmaci già utilizzati per determinate indicazioni terapeutiche ed efficaci nel trattamento di patologie diverse da quelle per cui erano stati approvati in origine – aggiunge la ricercatrice Cristina D’Aniello (Cnr-Igb), coautrice corrispondente dell’articolo -. Inoltre lo studio potrebbe aprire nuove frontiere per lo sviluppo di terapie nella lotta a questo tipo di tumore, con un risparmio di tempi e costi».
La ricerca ha ricevuto il sostegno della Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro e del Ministero dell’Università e della Ricerca.

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