Stile di vita sano riduce gli effetti negativi della genetica

Dieta e attività fisica possono incidere in modo decisivo quando il DNA non è favorevole. Lo segnala un recente studio osservazionale

Se alcuni dei nostri geni sono sfavorevoli, aumentando il rischio di malattia e morte, c’è qualcosa di semplice che possiamo fare: migliorare il nostro modo di vivere. Uno stile di vita sano aiuterebbe infatti a compensare gli effetti dei geni che accorciano la vita di oltre il 60%. A suggerirlo è uno studio condotto da ricercatori cinesi e britannici, pubblicato di recente sulla rivista BMJ Evidence Based Medicine.

DNA e durata della vita

Nel nuovo studio sono stati presi in esame 353.742 adulti, reclutati presso la Biobanca britannica, seguiti per 13 anni. I ricercatori hanno calcolato il punteggio di rischio poligenico (PRS) in relazione alla durata della vita. Il PRS è espressione della probabilità di una persona di avere o sviluppare una particolare condizione medica legata alla sua costituzione genetica. In genere viene calcolato valutando le informazioni su più marcatori genetici e varianti (in particolare analizzando più polimorfismi a singolo nucleotide).  I dati analizzati hanno evidenziato che il 20% dei partecipanti aveva un PRS associato a una lunga durata della vita, il 60% a una durata intermedia e il 20% a una durata breve.

Gli effetti protettivi di sane abitudini

Dallo studio è emerso che chi ha un elevato rischio genetico di una vita più breve ha una probabilità maggiore del 21% di andare incontro a morte prematura rispetto a chi ha un corredo genetico più favorevole, indipendentemente dallo stile di vita. Allo stesso modo chi conduce uno stile di vita non salutare ha una probabilità maggiore di morte prematura del 78%, indipendentemente dal rischio genetico. Quindi avere un buon DNA da solo non basa se si conduce una vita sregolata.

La buona notizia è che chi ha una genetica sfavorevole può in parte compensarne gli effetti negativi sulla lunghezza della vita. Le persone con alto rischio genetico potrebbero infatti prolungare di circa 5 anni la loro aspettativa di vita, adottano uno stile di vita sano (non fumare, fare attività fisica regolare, avere un sonno adeguato e una dieta sana).

Limiti e prospettive

Sebbene interessati i nuovi dati necessitano ulteriori conferme. Lo studio ha infatti alcuni limiti. Il primo quello di essere uno studio osservazionale e quindi per definizione non in grado di fornire conclusioni definitive sul rapporto causa-effetto. Inoltre lo stile di vita dei partecipanti è stato valutato in un solo momento e le scelte di stile di vita in genere differiscono in base all’età. I ​​partecipanti erano anche tutti di origine europea, il che potrebbe rendere meno generalizzabili i risultati.

«Questo studio chiarisce il ruolo fondamentale di uno stile di vita sano nel mitigare l’impatto dei fattori genetici sulla riduzione della durata di vita. Le politiche di sanità pubblica per favorire stili di vita sani potrebbero rivelarsi dei potenti elementi complementari all’assistenza sanitaria convenzionale e mitigare l’influenza dei fattori genetici sulla durata di vita umana» concludono gli studiosi.

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