Sindromi tumorali ereditarie sottovalutate dalle linee guida di screening

Più di un terzo delle persone con mutazioni nei geni di predisposizione per il cancro al seno, alle ovaie o al colon non rientrano nei criteri per i test genetici delle attuali raccomandazioni

Seguire le attuali linee guida per lo screening genetico delle sindromi ereditarie di predisposizione ai tumori non consente di individuare tutti i possibili portatori, rischiando di perdere fino al 40% dei pazienti ad alto rischio di cancro ereditario. Lo segnala una ricerca presentata al Convegno annuale dell’American Association for Cancer Research.

Lo studio americano

Gli autori dello studio hanno utilizzato i dati dello studio TAPESTRY, che sta arruolando pazienti in tre Centri della Mayo Clinic negli Stati Uniti. Nell’insieme hanno analizzato i dati relativi a più di 44 mila pazienti sottoposti al sequenziamento del genoma (o meglio dell’esoma, ovvero le regioni codificanti, esoni, dei geni di un individuo), 550 dei quali erano affetti dalla sindrome ereditaria del tumore della mammella e dell’ovaio (HBCO) o dalla sindrome di Lynch. I primi, ovvero 387 individui, presentavano varianti patogenetiche nei geni di predisposizione BRCA1 e BRCA2, mentre i secondi, 163 soggetti, nei geni MLH1, MSH2, MSH6, PMS2 e EPCAM.

I risultati dello screening genetico

Quasi il 50% dei pazienti con la sindrome HBOC e il 44% di quelli con la sindrome di Lynch aveva una storia personale di cancro. I tipi di tumori includevano quelli di mammella (35,1% e 10,2% rispettivamente), ovaio (4,3% e 26,1%) e dell’endometrio (1,4% e 13,6%). Più della metà dei pazienti con la sindrome HBOC o la sindrome di Lynch non era a conoscenza della propria condizione prima del sequenziamento. Tra tutti i pazienti con una delle due sindromi tumorali ereditarie, quasi il 40% non soddisfaceva i criteri di inclusione delle linee guida per lo screening genetico del National Comprehensive Cancer Network. La percentuale di pazienti che non soddisfacevano i criteri delle raccomandazioni era più alta tra coloro in cui è stata diagnosticata la sindrome di Lynch (56,2%) rispetto a quelli con la sindrome HBOC (32%). 

Diversi i motivi per cui i pazienti non soddisfacevano i requisiti delle linee guida, tra questi la mancanza di una storia personale di cancro nel 63,3% dei casi, un numero insufficiente di parenti con cancro (60,5%) nonché la diagnosi tra i pazienti o i loro parenti di tumori non correlati a una sindrome ereditaria di predisposizione ai tumori (58,6%).

Le possibili spiegazioni

I criteri per lo screening genetico del National Comprehensive Cancer Network sono stati creati in un momento in cui i test genetici erano proibitivi in ​​termini di costi e quindi miravano a identificare coloro che avevano maggiori possibilità di essere portatori di mutazione in assenza dei test di sequenziamento dell’intero esoma a livello di popolazione. Non di meno queste condizioni sono scarsamente identificate nella pratica attuale e molti pazienti non sono consapevoli del loro rischio di cancro.

«La conoscenza che deriva dalla genetica può consentire ai pazienti di assumere il controllo del proprio rischio di malattia e aumentare la probabilità di evitare una diagnosi di cancro mortale o di identificarlo in una fase iniziale quando è altamente curabile – fa notare il coordinatore dello studio Niloy Jewel Samadder del Mayo Clinic Comprehensive Cancer Center di Phoenix, in Arizona -. Questo studio mostra la fattibilità di fornire il sequenziamento dell’intero esoma a grandi popolazioni di pazienti all’interno di un sistema sanitario integrato, facilitando così l’identificazione dei soggetti che presentano una suscettibilità ereditaria al cancro». 

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