Olio d’oliva alleato contro i tumori

Il suo consumo regolare ridurrebbe il rischio di mortalità per le neoplasie. Lo suggerisce uno studio italiano di Fondazione Veronesi e IRCCS Neuromed

Oltre ad avere effetti protettivi nei confronti delle malattie cardiovascolari, consumare tre o più cucchiai di olio d’oliva al giorno giova alla salute di tutto l’organismo, riducendo il rischio di morte per tutte cause in generale e per i tumori nello specifico. Lo suggerisce uno studio italiano, pubblicato di recente sulla rivista European Journal of Clinical Nutrition.

Lo studio, denominato Moli-sani, è stato realizzato nell’ambito del Progetto UMBERTO, condotto dalla Piattaforma Congiunta Fondazione Umberto Veronesi ETS – Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli (IS), in collaborazione con la Clinica Mediterranea Cardiocentro di Napoli e l’Università LUM “Giuseppe Degennaro” di Casamassima (BA), con il contributo non condizionante dell’azienda Monini.

I benefici dell’olio d’oliva

Nel nuovo studio sono stati raccolti dati dietetici di quasi 23 mila persone, seguite per 12 anni. Durante questo periodo si sono verificati 2566 decessi, di cui 939 per cancro, 910 per malattie cardiache e 723 per altre cause. L’analisi dei biomarcatori ha mostrato che chi consumava più olio (tre o più cucchiai) ha potuto beneficiare di una riduzione del 21,2% e del 13,7% del rischio di mortalità per tutte le cause e per il cancro rispettivamente, rispetto a consumi più contenuti (inferiori o uguali a un cucchiaio e mezzo). Inoltre si è visto che chi consumava più olio d’oliva aveva meno problemi di salute cronici e abitudini alimentari migliori con un consumo maggiore di frutta, verdura, legumi e pesce e minore assunzione di alcolici. I benefici dell’olio d’olivo sono comunque risultati indipendenti dalla qualità generale della dieta.

Possibili fattori di rischio condivisi tra infarto e tumori

«Questi dati suggeriscono ipotesi molto interessanti – osserva Maria Benedetta Donati, Principal Investigator della Piattaforma congiunta -. Infatti, la riduzione di mortalità per tumore appare spiegata, seppure parzialmente, da un miglioramento del profilo di alcuni fattori di rischio tipicamente legati alle patologie cardiovascolari. È un’ipotesi che affascina molti ricercatori: malattie croniche diverse come ad esempio tumori e infarto del cuore potrebbero condividere gli stessi fattori di rischio e gli stessi meccanismi molecolari. In altri termini, esisterebbe un ‘terreno comune’, o ‘common soil’ nella formulazione inglese, da cui si originano queste patologie».

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