Nuove opzioni terapeutiche per il melanoma metastatico

Promettente una combinazione innovativa di immunoterapia e di un farmaco epigenetico per quei pazienti affetti da cancro avanzato che non hanno risposto alla precedente immunoterapia standard

Il recente congresso dell’European Society for Medical Oncology (ESMO) è stato l’occasione per presentare i risultati preliminari dello studio NIBIT-ML1, promosso dal Centro di Immuno-Oncologia (CIO) dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria (AOU) Senese con la Fondazione NIBIT, nel quale sono state valutate per la prima volta l’efficacia e la sicurezza della combinazione di due farmaci immunoterapici (ipilimumab e nivolumab) con un farmaco epigenetico.

Lo studio è stato selezionato come Late-Breaking Abstract dagli organizzatori, un riconoscimento che ne sottolinea le possibili ricadute future nella pratica clinica. A presentare i dati è stata Anna Maria Di Giacomo, professoressa associata di Oncologia medica presso l’Università di Siena, responsabile del programma di sperimentazioni cliniche di Fase I/II del CIO dell’AOU Senese e coordinatrice dello studio.

Riduzione della massa tumorale

Lo studio NIBIT-ML1, finanziato anche grazie al sostegno della Fondazione AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), si è posto l’obiettivo di valutare se l’aggiunta di un farmaco epigenetico orale alla combinazione di due immunoterapici (ipilimumab e nivolumab) potesse migliorare la risposta terapeutica in pazienti con melanoma e tumore polmonare non a piccole cellule, localmente avanzati o metastatici, che avevano sviluppato resistenza ai trattamenti standard.

«I dati presentati ad ESMO riguardano 36 pazienti affetti da melanoma metastatico – spiega Di Giacomo -. Metà dei pazienti ha ricevuto una combinazione di immunoterapia e farmaco epigenetico, mentre l’altra metà ha ricevuto solo l’immunoterapia. Lo scopo principale dello studio era valutare la risposta obiettiva al trattamento, ovvero la riduzione misurabile del tumore. Abbiamo osservato una riduzione parziale o completa del tumore nel 39% dei pazienti che hanno ricevuto anche il farmaco epigenetico, rispetto al 17% di coloro che hanno ricevuto solo l’immunoterapia».

La stabilità della malattia

Dai dati raccolti è emerso un altro effetto importante su fronte della stabilità del melanoma grazie al ricorso alla combinazione immunoterapia e farmaco epigenitico,

«La stabilità della malattia (indicatore che misura la riduzione del tumore, ma anche la capacità del trattamento di impedirne la progressione) è stata raggiunta nel 56% dei pazienti che hanno ricevuto la combinazione tripla, rispetto al 39% di coloro trattati con la sola immunoterapia – precisa l’esperta -. Questi risultati dimostrano chiaramente che l’aggiunta di farmaci epigenetici può migliorare la risposta all’immunoterapia nei pazienti resistenti».

Le prospettive

«I risultati presentati a ESMO rappresentano un importante punto di partenza. Stiamo attualmente valutando anche i dati relativi ai pazienti con tumore del polmone trattati nello studio – puntualizza il professor Michele Maio, direttore del CIO dell’AOU Senese -. Inoltre, i risultati positivi ci consentiranno di arruolare nuovi pazienti per la fase successiva del trial clinico. Per ora, il trattamento di nuovi pazienti non è ancora previsto».

Gli autori dello studio hanno sottolineato anche l’importanza delle analisi molecolari sui campioni biologici raccolti dai pazienti coinvolti nello studio per approfondire le ragioni del successo o dell’inefficacia del trattamento immunoterapico standard in alcuni pazienti. «Questa analisi traslazionale, frutto della ricerca no-profit della Fondazione NIBIT, ci permetterà di identificare i pazienti che possono beneficiare maggiormente dell’approccio con farmaci epigenetici. Solo studiando questi meccanismi possiamo ambire a somministrare la giusta cura al giusto paziente, che è la vera sfida della medicina personalizzata in immunoncologia» conclude Maio.

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