Nuova terapia per il tumore ovarico platino-resistente

La Commissione Europea ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio di mirvetuximab soravtansine, un anticorpo farmaco coniugato

Nonostante i progressi degli ultimi anni, il tumore ovarico resta uno dei tumori più insidiosi, complice la diagnosi spesso tardiva per la mancanza di efficaci strategie di screening e l’assenza di sintomi facilmente riconoscibili. Le donne con malattia in fase avanzata in genere vengono sottoposte a un intervento chirurgico seguito dalla chemioterapia a base di platino. Tuttavia nel corso della malattia, la maggior parte delle pazienti finisce per sviluppare una malattia resistente al platino. In questi casi, ora si potrà contare su una nuova terapia con l’anticorpo farmaco coniugato mirvetuximab soravtansine. La Commissione europea ne ha infatti appena approvato l’immissione in commercio per il trattamento in monoterapia di pazienti adulte con cancro epiteliale dell’ovaio, cancro della tuba di Falloppio o cancro peritoneale primitivo, positivo al recettore alfa dei folati (FRα), platino‑resistente, sieroso di alto grado, che hanno ricevuto da uno a tre precedenti regimi di trattamento sistemico.

Lo studio

L’autorizzazione all’immissione in commercio di mirvetuximab soravtansine fa seguito ai dati raccolti nello studio di fese III MIRASOL, pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine.

Nello studio, randomizzato e controllato, sono state coivolte 453 pazienti per confrontare l’efficacia e la sicurezza dell’anticorpo farmaco coniugato con la chemioterapia a singolo agente scelta dallo sperimentatore. I risultati, presentati lo scorso anno al meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), hanno dimostrato una riduzione del 35% del rischio di progressione del tumore o di morte nelle pazienti trattate nel braccio mirvetuximab soravtansine rispetto al braccio di chemioterapia. Inoltre il farmco ha miglioraro anche la sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia.

Un importante passo avanti

«Sono passati 10 anni dall’approvazione, nell’UE, di un nuovo trattamento per il tumore ovarico platino-resistente e noi oncologi abbiamo finalmente a disposizione una nuova opzione terapeutica efficace e mirata per queste pazienti, la prima che aumenta la sopravvivenza – dichiara Domenica Lorusso, Responsabile Ginecologia Oncologica Humanitas San Pio X e professoressa ordinaria di Ginecologia e Ostetricia di Humanitas University -. Più di un terzo di queste pazienti (quelle in cui il biomarcatore del recettore alfa dei folati è altamente espresso, ndr) avranno a disposizione ora un’opzione terapeutica che si caratterizza per un meccanismo d’azione innovativo».

Il nuovo anticorpo farmaco coniugato, che permette di far arrivare la chemioterapia direttamente al tumore attraverso un anticorpo che lega un recettore presente sulle cellule tumorali, entra così a far parte delle opzioni terapeutiche a disposizione per il tumore ovarico avanzato con il pregio non solo di aumentare la sopravvivenza, ma anche di limitare le tossicità.

Accanto al farmaco è stato approvato di recente anche un nuovo test diagnostico di immunoistochimica che permette di identificare le pazienti idonee per mirvetuximab soravtansine, ovvero quelle in cui il biomarcatore del recettore alfa dei folati è altamente espresso, da effettuare alla diagnosi o al primo segno di resistenza al platino.

© 2022 Fondazione Mutagens ETS. Tutti i diritti riservati.

Leggi altre notizie