Mutazioni germinali nei pazienti con osteosarcoma

Uno studio pubblicato su JAMA Oncology suggerisce la presenza di nuove varianti genetiche germinali associate a questo raro tumore osseo

Più di un quarto dei pazienti che sviluppa un osteosarcoma presenta una mutazione geminale in geni di suscettibilità ai tumori. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Oncology. Questa scoperta potrebbe avere implicazioni importanti nella diagnosi precoce e nel trattamento di questi tumori così come nell’individuazione preventiva, attraverso i test genetici, di familiari che potrebbero essere portatori della stessa variante genetica e quindi a rischio.

Osteosarcoma

L’osteosarcoma è il tumore più comune fra quelli primitivi delle ossa. Può colpire a qualunque età, ma si manifesta soprattutto in bambini e adolescenti, cioè nel periodo di massima crescita dell’osso. In Italia si registrano ogni anno più di 700 nuovi casi di tumori maligni primitivi dell’osso, il 20-25 per cento dei quali è rappresentato da osteosarcomi. Tra i principali fattori di rischio per questo tumore rientrano l’alta statura, l’elevato peso alla nascita, una precedente radioterapia e almeno otto sindromi eredo-familiari associate ai tumori, tra cui la sindrome Li-Fraumeni (ereditata con modalità autosomica-dominante, il che significa che ogni figlio di un genitore portatore del gene mutato ha una probabilità del 50 per cento di ereditare la sindrome), il retinoblastoma ereditario, l’anemia di Blackfan-Diamond e altre sindromi (di Rothmund-Thompson, di Werner, di Bloom, ecc.).

Mutazioni germinali e osteosarcoma

Le cause che portano allo sviluppo dell’osteosarcoma sono ancora in gran parte sconosciute, tuttavia si è visto che questo tumore osseo si verifica con una certa frequenza in soggetti che presentano sindromi eredo-familiari che predispongono allo sviluppo di tumori, caratterizzate da mutazioni germinali ad alta penetranza (che aumentano fortemente il rischio di essere colpiti da una neoplasia),
Per cercare di capire quanto spesso l’osteosarcoma possa essere associato a geni di suscettibilità ai tumori, al di là di quelli associati a sindromi eredo-familiari, i ricercatori statunitensi hanno effettuato un’analisi genetica dell’esoma (ovvero sui geni codificanti) di più di 1200 pazienti affetti da osteosarcoma.
Gli studiosi, coordinati da Sharon Savage della Divisione di epidemiologia e genetica dei tumori del National Cancer Institute di Bethesda, hanno scoperto che circa il 28 per cento dei pazienti con osteosarcoma presentava mutazioni in geni di suscettibilità ai tumori. Circa tre quarti di questi pazienti presentava mutazioni in geni che si trasmettono con modalità autosomica dominante oppure in geni associati a note sindromi eredo-familiari associate ai tumori. In particolare la frequenza delle mutazioni è risultata superiore al previsto in geni come CDKN2A, MEN1, VHL e in altri geni in precedenza non associati all’osteosarcoma.
Alla luce di questi risultati, gli autori suggeriscono l’utilità di sottoporre a test genetici i pazienti con nuova diagnosi di osteosarcoma, a maggior ragione se sono i più giovani nel range di età delle persone afflitte da questo tumore. “I nostri dati sottolineano l’altra frequenza di varianti genetiche potenzialmente actionable (ovvero su cui si può agire con terapie mirate) nei pazienti con osteosarcoma, suggerendo il bisogno di ulteriori strategie di prevenzione e diagnosi precoce così come di test genetici a cascata per il paziente stesso e i suoi familiari” concludono i ricercatori.

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