MTB: speranza concreata per i pazienti con tumore avanzato

Uno studio dell’Istituto Regina Elena dimostra che i Molecular Tumor Board possono offrire nuove possibilità di cura “fuori indicazione” a quei malati che hanno esaurito tutte le linee terapeutiche standard

Per un paziente oncologico, che ha esaurito tutte le linee terapeutiche standard, essere preso in carico da un Molecular Tumor Board (MTB) può fare la differenza. Lo ribadisce con forza uno studio pubblicato di recente sulla rivista Journal of Translational Medicine, condotto dai membri del MTB dell’IRCCS Istituto nazionale dei tumori Regina Elena (IRE) di Roma. Lo studio mostra che l’analisi molto approfondita, da parte del MTB, della neoplasia di quei pazienti per i quali non ci sono più terapie tradizionali proponibili, porta di frequente alla prescrizione di farmaci “fuori indicazione” e che 8 pazienti su 10 rispondono a tali terapie: il 42% con risposta parziale, il 37% con stabilizzazione della malattia.

Intensificazione della profilazione

Il MTB è un team multidisciplinare di medici e professionisti che assegna terapie personalizzate in maniera innovativa, analizzando cioè con le tecniche di sequenziamento esteso NGS il genoma delle cellule tumorali con lo scopo di individuare alterazioni azionabili, bersaglio di farmaci specifici.

Nel nuovo studio, il MTB dell’Istituto Regina Elena ha preso in esame 124 pazienti con tumore in progressione durante l’ultima terapia indicata. I pazienti sono stati suddivisi in tre sottogruppi, a seconda dell’intensità della profilazione molecolare applicabile. Dai dati raccolti è emerso che, intensificando progressivamente la profilazione genomica, è possibile identificare nuove vulnerabilità dei tumori e assegnare ulteriori terapie. Nel caso specifico dei 39 pazienti eleggibili per il trattamento personalizzato, solo 22 (56%) hanno però potuto ricevere la terapia “fuori indicazione”, complici diversi motivi tra cui spiccano la difficoltà di accedere a studi clinici, spesso in aree troppo lontane geograficamente, e le lunghe procedure di accesso ai farmaci “off-label”.

Secondo gli studiosi dell’IRE, ad oggi, tra il 22 e 66% dei pazienti potrebbe trarre giovamento dall’intensificazione della profilazione molecolare.

L’importanza del MTB

«L’importanza strategica dei MTB è dovuta all’aumento esponenziale, in questi ultimi anni, delle opportunità terapeutiche per i pazienti oncologici con malattia avanzata – spiega Gennaro Cliberto, direttore scientifico IRE. –  I motivi sono tre: conosciamo meglio le basi molecolari della malattia oncologica e la sua evoluzione nel tempo, il sequenziamento massivo del DNA chiamato NGS (Next generation sequencing) è diventato sempre più accessibile, ed è aumentato in modo considerevole il numero di farmaci capaci di bersagliare mutazioni cosiddette “driver”, quelle cioè che guidano la progressione tumorale in quanto si verificano in punti chiave di geni responsabili della malattia. Oggi possiamo pertanto identificare in un paziente con malattia avanzata, per esempio con tumore alla mammella, una mutazione “driver” rara per quel tipo di tumore, che può essere trattata con un farmaco che, ad esempio, è stato già approvato ed è in commercio per quella stessa mutazione genica nei tumori polmonari dove è molto più frequente».

Il MTB è quindi chiamato ad esprimersi sulla possibilità di proporre al paziente una terapia fuori indicazione od “off label”, processo molto articolato che non può essere quindi gestito da un singolo operatore e che genera grandi aspettative nei pazienti. 

Reti italiane ed europee per favorire l’accesso alle terapie

Per facilitare il lavoro dei MTB e allo stesso tempo superare le difficoltà nell’accesso ai farmaci off label occorre però intervenire al più presto, come sottolineano i ricercatori italiani. Per esempio, bisognerebbe incentivare la creazione di reti italiane ed europee per la condivisione su larga scala di esperienze cliniche, risorse, opportunità di cura e, soprattutto, dati preziosi. Avere accesso a casistiche condivise è fondamentale in un ambito come quello dei MTB, dove per definizione le raccomandazioni terapeutiche si applicano a nicchie di pazienti con caratteristiche molto particolari, come evidenzia in modo chiaro lo studio dell’IRE.

«I MTB sono un osservatorio importante per non arrivare impreparati ai grandi appuntamenti e alle sfide, anche economiche, di sostenibilità e di equità del modello di cura, davanti alle quali ci pongono già oggi le nuove tecnologie. Appropriatezza di cura e sostenibilità sono due imperativi deontologici per il nostro sistema sanitario. La grande sfida è portare cure di eccellenza gratuite alla portata di tutti i nostri pazienti e di tutti i cittadini italiani ed europei» conclude Patrizio Giacomini, responsabile del Clinical Trial Center IRE e Membro del MTB dell’Istituto romano.

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