Mammografia a partire dai 40 anni?

Secondo uno studio pubblicato su Lancet Oncology, anticipare l’età per lo screening ridurrebbe del 25 per cento la mortalità per il tumore al seno

La maggior parte delle Linee guida, comprese quelle italiane, raccomanda l’esecuzione dello screening mammografico per il cancro al seno a partire dai 50 anni. Recenti studi tuttavia suggeriscono l’opportunità di anticipare lo screening. In particolare una ricerca pubblicata su Lancet Oncology (https://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045(20)30398-3/fulltext) rivela che l’esecuzione della mammografia tra i 40 e i 49 sarebbe associata a una riduzione sostanziale e significativa del 25 per cento della mortalità per il cancro al seno nei primi 10 anni di follow-up.

La ricerca

Nello studio sono state coinvolte più di 160 mila donne tra i 39 e i 41 anni, tra il 1990 e il 1997. Una parte delle donne, circa 50 mila, è stata sottoposta alla mammografia ogni anno fino al compimento dei 49 anni. Nelle donne del secondo gruppo, ovvero del gruppo di controllo, è stato invece seguito il protocollo standard, quindi nessuno screening fino al compimento dei 50 anni. I dati raccolti dopo 10 anni hanno evidenziato una significativa riduzione della mortalità nelle donne sottoposte alla mammografia precoce rispetto a quelle del gruppo di controllo (83 decessi rispetto a 219), mentre passati i 10 anni di follow-up non sono state evidenziate differenze significative nel tasso di mortalità tra i due gruppi. I ricercatori hanno calcolato che su 1000 donne sottoposte a mammografia tra i 40 e i 49 anni, può essere prevenuto un decesso per tumore al seno all’anno, facendo tuttavia notare anche il risvolto della medaglia. L’anticipazione dello screening può infatti causare un onere aggiuntivo di sovra-diagnosi, portando cioè all’identificazione di una lesione tumorale poco pericolosa che non si sarebbe mai trasformata in un tumore invasivo e non sarebbe mai stata diagnosticata se la persona non avesse effettuato l’esame.

Verso la svolta

Attualmente in Italia, così come in altri paesi, lo screening per il tumore al seno è indirizzato alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e prevede l’esecuzione gratuita della mammografia ogni due anni. Questa modalità e frequenza consente di ridurre del 40 per cento la mortalità per il carcinoma della mammella.
I sempre più numerosi studi che hanno segnalato la validità di uno screening più precoce, hanno portato però alla sperimentazione, oggi in corso in alcuni Regioni italiane, di programmi di screening che coinvolgano donne più giovani, tra i 45 e i 49 anni, invitate a sottoporsi alla mammografia ogni anno.
Uno screening anticipato potrebbe consentire una diagnosi precoce più efficace anche nei soggetti con mutazioni germinali, implementando l’accesso ai test genetici per individuare le mutazioni coinvolte (a partire da quelle nei geni Brca 1 e Brca 2) e di conseguenza intercettare i familiari sani a rischio.


© 2022 Fondazione Mutagens ETS. Tutti i diritti riservati.

Leggi altre notizie