La mastectomia bilaterale riduce i tumori mammari controlaterali ma non la mortalità

Tumore al seno metastatico

Secondo un nuovo studio la rimozione del seno controlaterale durante la chirurgia per un tumore mammario primario non migliora la prognosi. Questo approccio può avere senso solo in casi selezionati, per esempio nelle pazienti ad alto rischio genetico

La mastectomia bilaterale per il trattamento del tumore al seno monolaterale riduce la mortalità per carcinoma mammario a 20 anni? È questa la domanda che si sono posti alcuni ricercatori canadesi, autori di uno studio pubblicato di recente sulla rivista JAMA Oncology. Ebbene i nuovi risultati indicano che l’intervento di rimozione di entrambe le mammelle in presenza di un tumore al seno primario unilaterale è una strategia di prevenzione del cancro nell’altra mammella, ma non riduce il rischio di morte per cancro al seno.

L’ampia corte di donne seguite per 20 anni

Nel nuovo studio sono state prese in esame più di 650 mila donne con tumore al seno da un solo lato, suddivise in tre gruppi in relazione all’intervento chirurgico eseguito (lumpectomia, mastectomia unilaterale o mastectomia bilaterale). I dati sulle pazienti provenivano dal programma Surveillance, Epidemiology, and End Results per identificare le donne con carcinoma mammario unilaterale (carcinoma invasivo e duttale in situ). L’analisi è stata svolta nei 20 anni seguenti alla diagnosi, nel periodo che va dal 2000 al 2019. 

Durante il lungo follow-up, sono stati osservati 766 tumori al seno controlaterali nel gruppo lumpectomia, 728 nel gruppo mastectomia unilaterale e 97 nel gruppo mastectomia bilaterale. I dati mostrano dunque che l’incidenza cumulativa di tumore controlaterale è inferiore nella popolazione sottoposta a mastectomia bilaterale (0,7%) rispetto a quelle sottoposte a lumpectomia (7,8%) o mastectomia monolaterale (6,1%).

Lo studio ha evidenziato anche che lo sviluppo di un tumore controlaterale sembrerebbe associato a un rischio 4 volte superiore di decesso per tumore al seno nei 15 anni seguenti.

Assenza di benefici sulla mortalità

Nonostante la mastectomia bilaterale riduca il rischio di un nuovo tumore mammario nella mammella controlaterale, il rischio complessivo di decesso per cancro al seno è risultato pressoché identico nei tre gruppi. L’unica differenza è stata vista nelle pazienti con carcinoma lobulare, nelle quali è stata rilevata una riduzione significativa della mortalità in seguito a mastectomia bilaterale.

Il nuovo studio confermerebbe quanto già noto, ovvero che la mastectomia preventiva controlaterale durante la chirurgia per il tumore primario non aumenta le chance di sopravvivenza delle pazienti, anche se riduce il rischio di ammalarsi di tumore controlaterale. Rimane quindi ancora valida l’indicazione di non effettuare la mastectomia controlaterale preventiva di routine, riservandola solo ad alcuni casi particolari, come le pazienti ad alto rischio genetico. La mastectomia bilaterale va riservata a casi selezionati anche perché è pur sempre intervento chirurgico con i suoi potenziali rischi e sequele.

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