Aspirina più utile se ci sono altri fattori di rischio

L’assunzione del farmaco per la prevenzione del cancro del colon-retto ha efficacia maggiore tra coloro che non hanno uno stile di vita sano. Lo segnala uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Oncology

Secondo uno studio coordinato da ricercatori della Harvard TH Chan School of Public Health di Boston assumere regolarmente l’aspirina aiuterebbe a ridurre il rischio di cancro del colon-retto tra gli individui che non hanno uno stile di vita sano. Alla luce dei nuovi dati, pubblicati sulla rivista JAMA Oncology, la valutazione delle abitudini di vita potrebbe essere una valida strategia per identificare gli individui con un profilo rischio-beneficio più favorevole per la prevenzione del cancro del colon-retto con aspirina.

Lo studio

I ricercatori statunitensi hanno analizzato i dati raccolti per trent’anni sugli oltre 100.000 partecipanti del Nurses’ Health Study e dell’Health Professionals Follow-Up Study, evidenziando che tra gli individui con fattori di stile di vita noti per essere associati al rischio di cancro colorettale, come il fumo, il consumo regolare di alcolici, una dieta non salutare e la mancanza di esercizio fisico, coloro che assumevano regolarmente l’aspirina avevano un rischio di cancro colorettale ridotto di un terzo.

«Questo studio dimostra che possiamo andare oltre le strategie universali per la prevenzione del cancro – osserva Andrew Chan, professore del Dipartimento di immunologia e malattie infettive della Harvard TH Chan School of Public Health, che ha guidato lo studio -. Sappiamo che ci sono fattori di stile di vita molto specifici che mettono le persone a rischio di cancro colorettale. E penso che questo fornisca una prova di principio che c’è un’opzione per aiutare a invertire alcuni di quei fattori negativi. E questo attraverso un farmaco economico, facile da usare e di uso ben consolidato come l’aspirina».

Farmcoprevenzione nella sindrome di Lynch

I dati raccolti nel nuovo studio vanno ad aggiungersi a osservazioni precedenti che hanno evidenziato come una terapia regolare con aspirina possa contribuire a ridurre il rischio di sviluppare tumori del tratto gastrointestinale. Questo effetto protettivo è stato dimostrato nella popolazione generale, ma ci sono evidenze chiare anche nelle persone ad alto rischio di ammalarsi, come i portatori di mutazioni genetiche germinali responsabili della sindrome di Lynch.

Lo studio CAPP2, avviato nel 1999 e durato dieci anni, ha dimostrato che l’aspirina è in grado di ridurre del 30% il rischio del cancro del colon in individui con la sindrome di Lynch i quali, nel corso della loro vita, hanno un rischio di almeno il 50% di svilupparlo. Ci sono ancora alcuni aspetti da definire sull’uso dell’aspirina nei soggetti con sindrome di Lynch, tra cui il dosaggio. Tant’è che attualmente è in corso lo studio CAPP3 che sta cercando di dimostrare se 600 mg verso 300 mg o 100 mg al giorno di aspirina siano equivalenti nella prevenzione del cancro del colon-retto a lungo termine.

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