Un modello di previsione clinica semplifica la ricerca di mutazioni ereditarie

Un nuovo sistema made in USA sarebbe in grado di identificare i soggetti che potrebbero beneficiare dei test genetici per le varianti germinali di predisposizione ai tumori

Grazie ai pannelli multigene oggi è possibile valutare il rischio di tumori ereditari analizzando più geni in parallelo. Per aiutare i medici a individuare chi sottoporre a questi test genetici, alcuni ricercatori statunitensi del Dana-Faber Cancer Institute, dell’Harvard Medical School e del Brigham & Waomen’s Hospital di Boston, hanno messo a punto un modello di previsione clinica, denominano PREMMplus. Questo sistema, oggetto di uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Oncology, sembrerebbe in grado di identificare in modo rapido e accurato i soggetti che potrebbero ottenere benefici dai pannelli multigene in quanto probabili portatori di varianti germinali patogene associate a una predisposizione allo sviluppo di tumori.

Il nuovo modello

Il sistema PREMMplus è stato sviluppato e validato in tre coorti di pazienti, esaminando nell’insieme più di 30.000 individui che erano stati sottoposti in precedenza a test genetici con pannelli multigene (che analizzano più geni contemporaneamente). Utilizzando dati clinici dei pazienti, tra cui la storia medica personale e familiare e l’età alla diagnosi di ben 18 diversi tumori, il sistema PREMMplus ha dimostrato di avere un’elevata sensibilità e un alto valore predittivo negativo (che esprime la probabilità che un soggetto di non avere la variante germinale patogenetica) per l’identificazione di individui con varianti germinali patogene in 19 geni di suscettibilità al cancro (APC, ATM, BRCA1, BRCA2, BRIP1, CDH1, CDKN2A, CHEK2, EPCAM, MLH1, MSH2, MSH6, MUTYH, PALB2, PMS2, PTEN, RAD51C, RAD51D e TP53).

Supporto alla consulenza genetica

Individuare i tumori con origine familiare è una sfida che richiede risorse e competenze particolari. Di norma la consulenza genetica oncologica è rivolta a persone con sospetta predisposizione ereditaria allo sviluppo di tumori e viene fatta da un genetista. Il paziente o l’individuo sano che si sottopone alla consulenza oncogenetica viene invitato a fornire dati sulla famiglia di appartenenza, sulla sua malattia e quella dei suoi familiari. Dopo un’attenta valutazione delle informazioni raccolte, il genetista verifica la presenza o meno dei criteri di accesso al test genetico. Secondo gli autori dello studio, il nuovo modello di previsione clinica potrebbe modificare questo iter o comunque integrarlo. «Vista la carenza di specialisti per la consulenza oncogenetica, questo strumento può aiutare a semplificare la valutazione del rischio, consentendo ai consulenti di dedicare più tempo per aiutare i pazienti a comprendere i risultati dei test genetici e le conseguenze che possono derivarne qualora venisse individuato un gene di suscettibilità al cancro» osserva la coordinatrice dello studio, Sapna Syngal del Dana-Farber e Brigham and Women’s Hospital di Boston.

Possibile integrazione del modello nelle cartelle cliniche elettroniche

L’idea dei ricercatori statunitensi è ora quella di adattare il nuovo modello di previsione clinica alle cartelle cliniche elettroniche. Qualora il paziente dovesse fare una visita medica o un esame diagnostico, per esempio la mammografia o la colonscopia, lo specialista sarebbe già in possesso dei suoi dati e delle informazioni sul rischio del paziente di avere una mutazione ereditaria e potrebbe quindi eventualmente indirizzarlo direttamente al test genetico, se appropriato. Attualmente tuttavia si tratta ancora di un sistema sperimentale. I ricercatori mirano a crearne due versioni: una di più facile utilizzo che potrebbe essere compilata direttamente dai pazienti e una seconda versione da compilare congiuntamente da medico e paziente durante una visita ambulatoriale.

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