Tumori ereditari associati a varianti nel gene CHEK2

Le mutazioni patogenetiche della linea germinale in questo gene di suscettibilità ai tumori sembrerebbero associate a fenotipi di cancro simili, indipendentemente dal tipo di variante

Alcuni ricercatori americani, guidati da Huma Rana della Divisione di genetica e prevenzione dei tumori del Dana-Faber Cancer Institute di Boston, hanno cercato di definire meglio i fenotipi (come si presentano i tumori) associati a varianti patogenetiche germinali nel gene di suscettibilità al cancro CHEK2, con l’obiettivo di guidare meglio la sorveglianza dei soggetti a rischio. Dallo studio, pubblicato sulla rivista JAMA Oncology, è emerso che le varianti patogene della linea germinale di CHEK2 sono associate a fenotipi di cancro simili, indipendentemente dal tipo di variante.

CHEK2 e i tumori associati

Varianti specifiche del gene di suscettibilità CHEK2 sono state associate a un maggior rischio di sviluppare tumori al seno, ai reni e alla tiroide nonché al colon-retto, all’endometrio e al pancreas.

Nel nuovo studio, i ricercatori statunitensi hanno esaminato i dati genetici relativi a più di 3700 pazienti, il 92% dei quali era di sesso femminile, che presentavano varianti patogenetiche nel gene CHEK2, identificate utilizzando uno pannello multigene. Ebbene l’analisi dei dati ha evidenziato che, salvo poche eccezioni, le mutazioni patogenetiche germinali erano associate essenzialmente a tumori mammari, ai reni e alla tiroide, ma non al cancro del colon-retto o altri tumori, come suggerito da studi precedenti che però avevano il limite delle piccole dimensioni del campione analizzato.

I dati sul cancro al seno

Dalla ricerca è emerso che le varianti patogene di CHEK2 erano associate al tumore seno, in particolare a forme positive per i recettori ormonali e per la proteina ERBB2, e a tumori mammari bilaterali. Attualmente, le pazienti con varianti patogene di CHEK2 iniziano lo screening per il tumore al seno con risonanza magnetica e mammografia a 40 anni e, se c’è una storia familiare di cancro mammario a esordio precoce, anche prima. Tuttavia i nuovi dati suggeriscono che lo screening prima dei 35 anni potrebbe essere di utilità limitata in questi casi. Diversamente, lo screening in età precoce potrebbe avere senso nel caso di pazienti con varianti patogenetiche bialleliche, ovvero con mutazioni presenti su entrambe le copie del gene.

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