Tumore del pancreas: promettente un nuovo test per la diagnosi precoce

Tumore al pancreas diagnosi precoce

Uno studio preliminare suggerisce le potenzialità dell’analisi di 31 biomarcatori per individuare l’adenocarcinoma pancreatico allo stadio iniziale. Un’altra ricerca punta invece sullo studio del microbioma

Alcuni ricercatori dell’University of Utath, in collaborazione con colleghi italiani dell’Università di Salerno, hanno messo a punto un esame del sangue di 31 biomarcatori che potrebbe rivelarsi utile per individuare l’adenocarcinoma duttale del pancreas allo stadio iniziale. I risultati del nuovo studio, per ora pubblicato come prestampa su medRXV, fanno ben sperare, soprattutto se si considera che oggi almeno 6 pazienti su 10, nel momento della diagnosi, hanno un tumore pancreatico non resecabile e quindi meno possibilità di superare la malattia.

Sempre sul fronte della diagnosi precoce, uno studio pubblicato di recente sulla rivista Gut evidenzia le potenzialità di un test delle feci che ha permesso di individuare una “firma genetica” di 27 batteri presenti nel microbiota intestinale.

Biomarcatori per il tumore al pancreas

Nello studio italoamericano i ricercatori hanno esaminato nel sangue di 461 partecipanti di controllo sani – 194 pazienti con malattia pancreatica benigna e 182 pazienti affetti da tumore pancreatico allo stadio iniziale – la presenza di biomarcatori che in precedenza erano stati collegati a lesioni precancerose o adenocarcinomi duttali del pancreas allo stadio iniziale. Attraverso un algoritmo gli studiosi sono giunti alla conclusione che un esame del sangue di 31 biomarcatori può potenzialmente individuare accuratamente l’adenocarcinoma duttale del pancreas allo stadio iniziale.

Test delle feci per la diagnosi precoce

Lo studio su Gut, condotto da ricercatori del National cancer research centre in Spagna e dall’European molecular biology laboratory di Heidelberg in Germania, ha individuato una “firma genetica” di 27 microrganismi presenti nelle feci, che potrebbe aiutare a individuare le persone ad alto rischio di adenocarcinoma duttale pancreatico ed essere utilizzata per la diagnosi precoce della malattia.

«I nostri dati sono osservazionali, ma ci sono forti indicazioni che i cambiamenti del microbioma fecale identificati non siano semplicemente una conseguenza di una funzione pancreatica compromessa o dei suoi effetti sistemici, sebbene non possano essere esclusi effetti indiretti» osservano gli autori. Sebbene promettenti i nuovi risultati, non sono dunque definitivi. I marcatori predittivi individuati nel microbioma dovranno infatti essere testati in studi prospettici mirati per confermarne la validità.

Difficoltà diagnostiche e screening

Come per molti tumori, anche per quello del pancreas, la diagnosi precoce può fare davvero la differenza, a maggior ragione se si pensa alla velocità di disseminazione che caratterizza questo tumore e alla posizione del pancreas, che lo rende difficile da studiare con l’ecografia. Per la diagnosi precoce servirebbero esami più sensibili, come l’ecografia endoscopica, la Tac multistrato e la risonanza magnetica colangiopancreatica.

Attualmente non esistono programmi di screening per il tumore al pancreas per la popolazione generale, ma solo protocolli di sorveglianza, purtroppo non ben definiti, per le persone con sindromi eredo-familiari che predispongono allo sviluppo di tale tumore. Ma la messa a punto di test semplici e non invasivi potrebbe rivelarsi di grande aiuto per identificare i soggetti ad alto rischio e per la diagnosi precoce in generale.

© 2022 Fondazione Mutagens ETS. Tutti i diritti riservati.

Leggi altre notizie