Tumore al colon: in crescita nei giovani

Più controlli, maggiore attenzione ai sintomi e alla familiarità per contrastare l’aumento di casi di cancro dell’intestino diagnosticati in giovane età in fase avanzata

Secondo un ampio studio americano, pubblicato su Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention, sono sempre più numerosi i giovani a cui viene diagnosticato un tumore del colon in stadio avanzato. Questa osservazione, a detta degli autori, dovrebbe far ripensare alle strategie di screening e portare ad anticipare i controlli per promuovere la diagnosi precoce, soprattutto in presenza di campanelli d’allarme.

Tumore del colon nei giovani

I ricercatori statunitensi hanno analizzato i dati relativi a più di 100mila persone con adenocarcinoma del colon, una forma più aggressiva di cancro spesso diagnosticata in fase avanzata. Il maggiore aumento di nuovi casi in fase avanzata è stato evidenziato in pazienti giovani, con un’età compresa tra i 20 e i 29 anni. Tra i fattori che potrebbero aver contribuito a questo trend in ascesa è probabile che rientrino elementi come l’obesità, la dieta, la sedentarietà, ma anche alcune patologie e condizioni personali o familiari. Mentre le diagnosi tardive potrebbero essere conseguenza di una sottovalutazione dei sintomi da parte dei giovani pazienti, convinti di essere appunto troppo “giovani” per sviluppare un tumore. Il risultato è questi soggetti non si sono sottoposti in modo tempestivo a esami di screening, lasciando così tempo al tumore di crescere ed espandersi.

I sintomi da non sottovalutare

Tra i sintomi a cui prestare attenzione, ricordano i ricercatori, rientrano il sangue nelle feci, il dolore addominale persistente, la sensazione di pienezza addominale nonché una stanchezza non spiegabile.

Accanto a questi disturbi, un altro aspetto da non sottovalutare, è la familiarità per il tumore del colon in giovane età, fattore meritevole di grande attenzione. Si stima infatti che circa il 20% dei tumori sia associata a una familiarità o a sindromi genetiche.

Familiarità ed ereditarietà

Avere un familiare che ha avuto il cancro del colon aumenta in modo significativo il rischio di sviluppare questa neoplasia. Proprio per questo motivo, i ricercatori sottolineano l’importanza di riferire al proprio medico una eventuale storia familiare di tumore del colon o di sindromi ereditarie, come la sindrome di Lynch, che predispongono allo sviluppo di questo e altri tumori, in modo tale da avviare percorsi di sorveglianza mirati e precoci. In genere, infatti, mentre i tumori sporadici compaiono a un’età media superiore ai 50 anni, quelli secondari a condizioni ereditarie colpiscono di norma le persone più giovani.

«Se si hanno più di 45 anni bisogna sottoporsi ai test di screening come raccomandato dalle linee guida – fa notare Jordan Karlitz, uno degli autori dello studio, direttore della Gastroenterologia dell’Health Medical Center di Denver -. Ma se si è più giovani, è importante che si riferiscano al proprio medico sintomi sospetti e la propria storia familiare perché questo potrebbe salvare la vita e avere un notevole impatto per prevenire lo sviluppo del tumore del colon-retto o almeno diagnosticarlo quando ancora in fase precoce e più facilmente trattabile»

Le sindromi ereditarie

Sono diverse le sindromi ereditarie di predisposizione ai tumori che aumentano il rischio del cancro del colon-retto. La più nota e diffusa è la sindrome di Lynch, seguita dalla poliposi adenomatosa associata a mutazione del gene APC e da altre condizioni come la sindrome di Cowden, la sindrome di Li-Fraumeni. Tutte queste sindromi sono trasmesse in modo autosomico dominante, il che significa che i figli hanno il 50% di probabilità di ereditare la malattia.

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