Più movimento contro il tumore al seno

Uno studio pubblicato sul British Journal of Sports Medicine indica che una maggiore attività fisica e una minore sedentarietà possono ridurre il rischio di sviluppare il cancro mammario

Praticare un’attività fisica regolare ed essere meno sedentari può contribuire a ridurre il rischio di tumore al seno. Sono numerosi gli studi osservazionali che finora sono giunti a questa conclusione. Ora però una nuova ricerca, condotta con una metodologia particolare, la cosiddetta randomizzazione mendeliana, fornisce prove più forti sulla relazione causale (causa-effetto) tra lo stile di vita attivo e la riduzione delle possibilità di ammalarsi di cancro mammario. Il nuovo studio internazionale, in cui sono stati presi in esame i dati relativi a più di 130 mila donne di origine europea, è stato pubblicato sul British Journal of Sports Medicine.

La randomizzazione mendeliana

La randomizzazione mendeliana, utilizzata nel nuovo studio internazionale, è un metodo di ricerca che fornisce evidenze solide su possibili relazioni causali tra fattori di rischio modificabili (nel caso specifico stile di vita/attività fisica) ed esiti clinici (riduzione del rischio di tumore al seno), usando le varianti genetiche per ricreare lo schema di randomizzazione (ovvero di assegnazione del “trattamento” ai partecipanti in modo casuale) tipico degli studi osservazionali. Le ricerche condotte con questo metodo hanno meno probabilità di essere influenzate da fattori confondenti e da altre distorsioni che tipicamente inficiano sulla stima di associazione ottenuta negli studi osservazionali convenzionali.

Gli autori della ricerca, in particolare, hanno utilizzato varianti genetiche, note come polimorfismi a singolo nucleotide, associate, nell’ambito della Biobanca britannica, all’attività fisica a vari livelli o a comportamenti sedentari.

Gli effetti protettivi dell’attività fisica

Dall’analisi dei dati raccolti è emerso che le pazienti con una maggiore predisposizione genetica a livelli di attività fisica complessivamente maggiori avevano un rischio di cancro al seno inferiore del 41%. In particolare le donne predisposte alla pratica di un’attività più vigorosa avevano un rischio inferiore del 38% di cancro al seno in premenopausa e perimenopausa. Al contrario, la predisposizione genetica a una maggiore sedentarietà è risultata associata a un rischio di tumore mammario negativo ai recettori ormonali del 77% più alto e triplo negativo del 104%.

«L’aumento dell’attività fisica e la riduzione della sedentarietà sono già raccomandati per la prevenzione del cancro. Il nostro studio aggiunge ulteriori prove che è probabile che tali cambiamenti comportamentali riducano l’incidenza di futuri tassi di cancro al seno» commenta Suzanne C. Dixon-Suen del Cancer Council Victoria di Melbourne, in Australia, e primo autore dello studio.

Le possibili spiegazioni

Sul probabile nesso causale tra attività fisica e rischio di tumore mammario, gli autori dello studio ipotizzano anche alcune spiegazioni, a partire dal fatto che il movimento ha ricadute positive su sovrappeso, obesità, disturbi metabolici e infiammazione, tutti fattori favorenti il cancro. I ricercatori affermano inoltre che i meccanismi che collegano il tempo passato in attività sedentarie al cancro, si sovrappongono probabilmente, almeno in parte, con quelli alla base della correlazione con l’attività fisica. Per questi motivi, gli studiosi concludono dicendo che sia giustificata una maggiore attenzione all’attività fisica e alla sedentarietà come fattori di rischio modificabili per il cancro al seno.

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