Melanoma metastatico: possibile ruolo per la radiogenomica

Il team diretto da Antonino Guerrisi (secondo da sinistra)

Al via all’Irccs San gallicano di Roma un progetto pilota per valutare la risposta all’immunoterapia in pazienti con melanoma metastatico tramite l’analisi delle immagini di tomografia computerizzata e la loro successiva correlazione con le caratteristiche molecolari del tumore ottenute mediante lo studio del DNA

La radiomica sta emergendo, insieme allo studio delle caratteristiche molecolari e genomiche dei tumori (genomica), come una tecnologia che può ulteriormente essere d’aiuto nella medicina di precisione. E’ proprio su questo tema che verte il progetto vincitore del grant giovani ricercatori, finanziato dal Ministero della Salute. Lo studio pilota, dal titolo “A radiogenomic approach to assess treatment response to anti-PD1 immune checkpoint inhibitor in metastatic melanoma patients using CT texture analysis combined with tumor molecolar profile as potential predictive biomarker: a pilot study”, sarà coordinato da Antonino Guerrisi, 39 anni, medico radiologo dell’Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma.
L’obiettivo della ricerca, finanziata con quasi 450 mila euro, è quello di trovare le caratteristiche fenotipiche specifiche del melanoma avanzato tramite l’analisi delle immagini di tomografia computerizzata (TAC) e correlarle con le caratteristiche molecolari del tumore, per estrapolare indicazioni in grado di predire precocemente la risposta all’immunoterapia.

Radiomica e radiogenomica

Oggi le tecniche di diagnostica per immagini come la TAC, ma anche la risonanza magnetica (RM) e la tomografia a emissione di positroni (PET), sono in grado di caratterizzare i tessuti in modo non invasivo e talvolta anche di evidenziare le importanti differenze fenotipiche (“nell’aspetto”) che i tumori presentano. Oltre alle classiche immagini, queste indagini strumentali producono un enorme patrimonio di dati numerici che la semplice osservazione visiva non riesce a elaborare. Tuttavia se le immagini sono analizzate in dettaglio da potenti computer attraverso complessi algoritmi matematici, è possibile ottenere dati quantitativi oggettivi, in grado di fornire preziose informazioni sulle caratteristiche del tumore e dell’ambiente circostante, relative per esempio alla forma, al volume, alla struttura tissutale. Questi dati quantitativi, per ora solo in alcuni casi specifici, possono persino aiutare a differenziare a priori pazienti che risponderanno a una specifica terapia rispetto a quelli nei quali la malattia andrà in progressione. Grazie a queste informazioni si può evitare di proporre terapie inutili a pazienti che non avrebbero benefici.
Mettendo in relazione i dati quantitativi ottenuti con la radiomica con i dati genomici del tumore, ovvero con la radiogenomica, i ricercatori impegnati nel nuovo progetto pilota si aspettano di caratterizzare ancora meglio il melanoma metastatico e ottenere informazioni utili per predire la risposta all’immunoterapia.

© 2022 Fondazione Mutagens ETS. Tutti i diritti riservati.

Leggi altre notizie