28 Settembre 2022In arrivo le prime Linee guida nazionali per i tumori ereditariApprofondimenti e interviste Esperti di società scientifiche e rappresentanti di organizzazioni di pazienti all’opera per il documento per la gestione delle sindromi ereditarie di predisposizione al cancroDopo un complesso lavoro iniziale sugli aspetti metodologici, entra finalmente nel vivo il Tavolo AIOM (Associazione italiana oncologia medica) per mettere a punto le prime Linee guida nazionali per i tumori eredo-familiari. La realizzazione del tanto atteso documento vedrà anche la collaborazione dei rappresentanti delle principali società scientifiche e delle organizzazioni di pazienti, tra cui la stessa Fondazione Mutagens. «Finalmente avremo delle Linee guida nazionali per la presa in carico dei soggetti portatori di sindromi ereditarie, in modo da ridurre l’attuale disomogeneità esistente tra le varie regioni nella presa in carico di tali soggetti» commenta soddisfatto Salvo Testa, presidente della Fondazione Mutagens.Di recente è già stata approvata una prima bozza dettagliata dell’indice e si prevede l’approvazione del documento finale nei prossimi mesi. Ne parliamo con il professor Antonio Russo, direttore dell’Oncologia medica del Policlinico Giaccone di Palermo e ordinario di Oncologia medica all’Università di Palermo nonché consigliere AIOM e coordinatore del Tavolo per la stesura delle Linee guida nazionali sui tumori eredo-familiari.Antonio RussoPerché delle linee guida specifiche per i portatori di sindrome ereditarieIl paziente oncologico con sindrome ereditaria, così come il soggetto sano con variante patogenetica di un gene che predispone all’insorgenza di un tumore, necessita di una presa in carico globale e di una gestione integrata dei propri percorsi diagnostico-terapeutici. Sebbene esistano varie linee guida internazionali patologia-specifiche, ad oggi in Italia non sono disponibili delle linee guida di pratica clinica, intese come “raccomandazioni di comportamento clinico che, attraverso una valutazione critica e sistematica delle evidenze, offrano un bilancio di benefici ed effetti sfavorevoli fra opzioni alternative”. È per far fronte a questa lacuna, così come alla significativa disomogeneità che esiste ancora tra le regioni italiane, che è nata l’idea di realizzare delle Linee guida ad hoc, come fa notare il professor Russo. «I recenti progressi tecnologici e terapeutici hanno consentito un progressivo aumento delle conoscenze anche nell’ambito della genetica e delle sindromi ereditarie di predisposizione ai tumori. Accanto all’importante significato preventivo dei test genetici, si affianca anche quello terapeutico, legato all’introduzione nella pratica clinica di nuove strategie di trattamento per il paziente oncologico con sindrome ereditaria. Nasce così la necessità che le attività assistenziali di genetica oncologica siano strettamente connesse alla pratica clinica oncologica. Di conseguenza, diventa fondamentale avere standard di riferimento specifici, una “Linea guida” per i professionisti che lavorano nei percorsi di consulenza oncogenetica e nei percorsi di cura clinici associati».L’importanza dei test genetici«I criteri di invio alla consulenza genetica oncologica e al test genetico per individuare la predisposizione ereditaria allo sviluppo di tumori possono variare nel tempo. Così anche l’indicazione al test genetico ai fini terapeutici, come nel caso del test BRCA – osserva Russo -. Oggi, rispetto al passato, grazie all’implementazione del nuovo modello di counselling conosciuto in Italia con il termine di “mini-counselling”, esiste un maggior coinvolgimento di oncologi medici e di altri specialisti nei percorsi che conducono alla diagnosi genetica. Ciò consente, da una parte, di semplificare il percorso e di abbreviare i tempi di attesa rispetto al passato, ma allo stesso tempo pone altre problematiche legate all’elevato numero di test, all’eterogeneità nelle tipologie di test richiesti, che richiedono senza dubbio una governance».«Quello dell’accesso ai test genetici è un tema di grande rilievo su cu si stanno condividendo “protocolli comuni” – aggiunge Salvo Testa -. Si sta lavorando con grande impegno sia sul fronte dei test genetici sul sangue, volti ad accertare la presenza di alterazioni costituzionali (germinali) a fini terapeutici e di prevenzione dei soggetti malati e dei familiari sani a rischio, sia su quello dei test somatici sul tessuto tumorale che sono sempre più rilevanti per individuare mutazioni somatiche ai fini terapeutici (medicina di precisione e immunoterapia)».L’impostazione delle nuove Linee guidaNelle nuove Linee guida saranno presenti una parte generale di presentazione delle principali sindromi eredo-familiari e una parte specifica per le differenti sindromi. All’interno del testo, nella sezione di appartenenza, verranno riportati anche i quesiti clinici ai quali le Linee guida intendono rispondere e la conseguente raccomandazione nata dal consenso tra i membri del panel.«Le Linee guida nazionali sui tumori eredo-familiari formuleranno delle raccomandazioni cliniche o diagnostiche che saranno il prodotto di una revisione sistematica della letteratura scientifica –puntualizza Russo -. Le principali tematiche trattate nella prima edizione riguarderanno la Sindrome di predisposizione ereditaria ai tumori associata ai geni BRCA1 e BRCA2, e il test BRCA come strumento predittivo di efficacia delle terapie antitumorali; le Sindromi di predisposizione ereditaria ai tumori associate a geni della ricombinazione omologa diversi da BRCA 1 e BRCA2; la Sindrome di predisposizione ereditaria ai tumori con deficit del sistema “MMR” o Sindrome di Lynch; le Sindromi di predisposizione ereditaria ai tumori CDH1 associati, nonché gli interventi psicologici nel percorso di consulenza oncogenetica».Revisioni e aggiornamenti periodici«Le evidenze scientifiche disponibili in letteratura sugli argomenti trattati nel documento che stiamo redigendo possono cambiare. Di conseguenza le Linee guida saranno regolarmente aggiornate, oltre che integrate con la trattazione di altre sindromi ereditarie non incluse nella prima versione. Anche i criteri di accesso al test saranno soggetti a una periodica valutazione, nell’ottica comune di offrire la “migliore cura” e i migliori e aggiornati percorsi preventivi e diagnostici sia ai pazienti oncologici che ai soggetti sani con predisposizione ereditaria allo sviluppo di tumori» conclude Russo.Data la complessità del tema e la numerosità delle sindromi ereditarie, circa una cinquantina quelle ad oggi note, con oltre 100 geni coinvolti, nei prossimi anni dunque, oltre all’aggiornamento costante delle raccomandazioni sulle sindromi già affrontate, saranno gradualmente inserite indicazioni per le altre sindromi più rare.Antonella SparvoliCondividi sui socialFacebookLinkedInTwitter
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