Estrogeni vaginali sicuri nelle donne con tumore al seno

Uno studio recente rassicura sul ricorso alla terapia estrogenica vaginale nelle pazienti con cancro mammario e sintomi genitourinari

Il riscorso alla terapia estrogenica vaginale, sotto forma di ovuli o creme, non sembrerebbe avere ripercussioni negative nelle donne con cancro al seno di nuova diagnosi che presentano sintomi associati alla sindrome genitorurinaria, come prurito vaginale, bruciore, dolore durante l’attività sessuale e incontinenza urinaria. Lo segnala uno studio britannico pubblicato di recente sulla rivista JAMA Oncology. Nonostante vi siano preoccupazioni sulla sicurezza della somministrazione, anche locale, di estrogeni in presenza di un tumore mammario, lo studio rivela che la terapia vaginale non ha aumenta il rischio di morte associato alla neoplasia.

La sindrome genitourinaria

Con l’arrivo della menopausa e l’età che avanza circa una donna su due sviluppa la cosiddetta sindrome genitourinaria della menopausa. La conseguenza è una costellazione di sintomi, non soltanto genitali, ma anche sessuali e urinari, che purtroppo ancora troppo spesso si tende a sottovalutare, con ricadute negative sulla qualità di vita. Questo è ancora più vero nelle donne che si trovano a fare i conti con un tumore al seno perché si dà la priorità al cancro e poi si teme che i trattamenti ormonali possano avere ripercussioni negative sulla malattia.

Le soluzioni per trattare questa problematica comune non mancano. In linea generale prima si interviene, meglio è. Un intervento precoce personalizzato, protratto o ripetuto nel tempo, permette di prevenire la cronicizzazione dei disturbi e ulteriori peggioramenti. Tra i trattamenti di prima scelta rientrano i lubrificanti-idratanti vaginali, gli estrogeni locali e il Dhea intravaginale. Le terapie ormonali però vengono prese in scarsa considerazione nelle donne con tumore al seno per il timore che possano avere ripercussioni negative sul cancro.

Il nuovo studio

Ora il nuovo studio rassicura sulla sicurezza della terapia estrogenica vaginale. Nello studio sono stata considerate due coorti che comprendevano quasi 50 mila donne con cancro al seno, con un’età compresa tra i 40 e i 79 anni, e quasi 6000 decessi specifici per la neoplasia. Il 5% delle pazienti ha utilizzato la terapia estrogenica vaginale dopo la diagnosi di tumore. Nelle utilizzatrici non è stata riscontrata alcuna evidenza di un rischio più elevato di mortalità specifica per cancro al seno rispetto alle non utilizzatrici.

«Questa scoperta può fornire qualche rassicurazione ai medici prescrittori e supportare le linee guida che suggeriscono che la terapia estrogenica vaginale possa essere presa in considerazione nelle pazienti con cancro al seno e sintomi genitourinari» concludono i ricercatori britannici.

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