Endometrio: via libera del CHMP a dostarlimab

Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha espresso parere positivo in merito al ricorso a questo anticorpo monoclonale anti PD-1 nei tumori dell’utero che hanno recidivato dopo terapia a base di platino

Per le pazienti con tumore dell’endometrio ricorrente o avanzato le opzioni di trattamento sono limitate e la prognosi sfavorevole. Ma ora si aprono nuovi scenari, in particolare nelle donne affette che presentano un deficit della riparazione dei mismatch del DNA (MMR), nelle quali il tumore ha progredito durante o dopo un regime a base di platino. Questa tipologia di tumore è tipica di una delle più comuni sindromi eredo-familiari, la sindrome di Lynch, dovuta appunto a una mutazione germinale nei geni del sistema del mismatch repair. Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha di recente espresso parere positivo in merito alla raccomandazione di dostarlimab, un anticorpo monoclonale anti PD-1, per l’utilizzo in pazienti con carcinoma endometriale ricorrente o avanzato con deficit di riparazione dei mismatch del DNA /instabilità elevata dei microsatelliti (MSI-H), che hanno progredito durante o dopo chemioterapia a base di platino.

Lo studio GARNET

La richiesta di approvazione si basa sui dati dello studio GARNET, ancora in corso, lo studio singolo più ampio ad oggi relativo a una monoterapia anti-PD-1 nel cancro dell’endometrio.
Il carcinoma dell’endometrio è il sesto tumore più comune nelle donne in tutto il mondo. Se diagnosticato in fase precoce può essere trattato con successo, mentre, in caso di una diagnosi tardiva, finora non si è potuto contate su valide opzioni di trattamento. Il nuovo farmaco immunoterapico apre finalmente nuove prospettive per le pazienti con carcinoma ricorrente o avanzato la cui malattia progredisce durante o dopo la terapia di prima linea.

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