Tumori ereditari: utile aggiungere l’analisi dell’RNA ai test genetici germinali

Il sequenziamento dell’RNA offre l’opportunità di identificare in modo più accurato gli individui con suscettibilità ereditaria al cancro

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Oncology l’aggiunta del sequenziamento dell’RNA ai test genetici sul DNA della linea germinale può migliorare l’accuratezza con cui vengono rilevate le varianti geniche associate alle sindromi ereditarie di predisposizione ai tumori. In particolare questo tipo di approccio sarebbe utile per discriminare meglio le cosiddette varianti di significato incerto o VUS e quindi identificare con maggior precisione gli individui a maggior rischio di sviluppare il cancro, cosa che a sua volta consente una migliore stratificazione del rischio e quindi una gestione medica ancora più personalizzata.

Cosa comporta l’identificazione di una VUS

Quando per la prima volta si riscontra una mutazione germinale patogenetica in un individuo di una famiglia in cui si sospetta un rischio genetico, poi è possibile andare a testare la presenza di questa stessa mutazione nei suoi familiari. Queste analisi a cascata offrono una serie di vantaggi per la valutazione del rischio del singolo individuo e la possibilità poi di adottare delle misure per ridurre le possibilità di ammalarsi. Tuttavia spesso vengono rilevate VUS. Queste non possono essere usate nel processo decisionale clinico, introducendo ulteriore incertezza per il paziente e potenzialmente per il medico.

È quindi molto importante poter avere informazioni sul significato della singola variante perché se si sbaglia a interpretarne il ruolo rispetto alla malattia, si finisce per intervenire in modo errato, per esempio indicando interventi di prevenzione (che possono essere anche aggressivi come la mastectomia profilattica o l’annessiectomia profilattica nel caso di mutazioni nei geni BRCA1 o BRCA2) laddove non sono necessari e magari escludendoli dove sarebbe corretto eseguirli.

La doppia analisi RNA e DNA

Nel nuovo studio Carolyn Horton, della Ambry Genetics di Aliso Viejo, in California, e colleghi hanno esaminato i dati clinici e i risultati del sequenziamento accoppiato RNA e DNA della linea germinale per i tumori ereditari in oltre 43500 individui. Le prove ottenute dal sequenziamento dell’RNA hanno influito sulla classificazione delle varianti in 549 individui (1,3%) che avevano effettuato test accoppiati. 

In particolare, grazie alla doppia analisi di RNA e DNA, 97 individui hanno ricevuto aggiornamenti significativi dal punto di vista medico, inclusi 70 che avevano una variante riclassificata da VUS a patogena/probabilmente patogena e 27 che avevano una nuova variante patogena/probabilmente patogena (definita intronica profonda) che non sarebbe stata identificata utilizzando il sequenziamento del solo DNA.

Le ricadute

Nel loro insieme i dati raccolti nel nuovo studio dimostrano che l’esecuzione contemporanea del sequenziamento dell’RNA e del DNA rappresenta un importante progresso, migliorando il rilevamento di nuove varianti e la classificazione delle varianti esistenti. Adottando questa strategia è infatti possibile ampliare l’identificazione degli individui con predisposizione ereditaria al cancro e aumentare le opportunità di personalizzazione delle terapie e della sorveglianza. 

«Questo studio diagnostico evidenzia l’importanza del sequenziamento dell’RNA nella medicina di precisione per migliorare l’identificazione dei pazienti ad alto rischio e degli individui che non verrebbero individuati dagli approcci diagnostici basati esclusivamente sul DNA e allo stesso tempo per rendere ancora più personalizzata la gestione medica dei pazienti testati» concludono gli autori dello studio.

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