Tumore allo stomaco: nuovo progetto per lo screening

Gastroscreening mira a individuare i soggetti che rischiano di ammalarsi di cancro gastrico attraverso un questionario ad hoc che rileva i segnali d’allarme e i fattori di rischio

Si stima che ogni anno in Italia vengano diagnosticati più di 14.500 nuovi casi di tumore dello stomaco, purtroppo però meno del 20% è individuato in fase iniziale, quando le possibilità di cura sono maggiori. Per migliorare la diagnosi precoce di questa neoplasia ha preso vita il progetto Gastroscreening, promosso da RicerChiAmo Onlus, costituita nel 2016 con l’obiettivo primario di sostenere la ricerca sulle neoplasie dell’apparato digerente.

Il nuovo progetto mira a identificare le persone a rischio di sviluppare il tumore dello stomaco grazie a un test di primo livello rappresentato da un questionario ad hoc, denominato GastroFORM, da indirizzare poi alla gastroscopia e quindi al percorso terapeutico.

Il questionario per lo screening iniziale

Nella sua fase iniziale il progetto Gastroscreening si è focalizzato sull’elaborazione di una prima versione del questionario GastroFORM, con 38 domande, e la sua sottomissione a circa 5000 persone fra i 40 e gli 80 anni. In base alle risposte, a 622 è stato consigliato di sottoporsi alla gastroscopia, esame che permette di individuare lesioni cancerose e precancerose.

Grazie a GastroFORM è stato possibile identificare una quota significativa (16%) di persone, affette da almeno uno dei 7 segnali di allarme indicati nel questionario: dimagrimento superiore al 10% del peso corporeo negli ultimi due mesi, vomito con sangue, evacuazione di feci nere per la presenza di sangue, dolore notturno alla bocca dello stomaco, masse palpabili nell’addome, valori anomali (anemia microcitica ipocromica) identificati con un esame del sangue, difficoltà nella deglutizione del cibo.

Questo primo step ha consentito di confermare che GastroFORM può essere il giusto strumento per una prima valutazione della popolazione a rischio.

Le diverse fase del progetto

«Ora inizia la seconda fase del progetto Gastroscreening, che consiste nel perfezionamento del questionario sulla base di dati scientifici circa fattori di rischio, fattori protettivi, sintomi e segnali di allarme, e nella definizione del cut off, cioè del punteggio a partire dal quale è consigliabile sottoporsi alla gastroscopia – puntualizza Gian Luca Baiocchi, co-fondatore e responsabile scientifico di RicerChiAmo Onlus oltre che direttore della Chirurgia generale della ASST di Cremona e professore ordinario di Chirurgia generale all’Università degli Studi di Brescia -. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo coinvolto gli epidemiologi dell’Università di Verona, dell’Università di Brescia e dell’Istituto Mario Negri, a cui è stato stanziato da parte di RicerChiAmo Onlus un primo finanziamento di 20mila euro».

Il passaggio successivo consisterà invece nella validazione clinica del questionario, grazie alla collaborazione di alcuni centri di endoscopia digestiva, che sottoporranno il questionario a pazienti a cui è già stato indicato di eseguire la gastroscopia (spesso per ragioni che non rappresenterebbero una corretta indicazione all’esame), per poi raccogliere le loro risposte e confrontarle con i risultati dell’esame endoscopico e delle biopsie.

Le prospettive future

Il tumore allo stomaco è una neoplasia aggressiva con un elevato tasso di recidive anche dopo la chirurgia radicale, complice la frequente diagnosi della malattia in stadio avanzato. «In Italia non è previsto un programma di prevenzione secondaria per il carcinoma dello stomaco, che però ben si presta a questo intervento di salute pubblica per l’esistenza di un test diagnostico accurato e relativamente poco costoso, anche se invasivo, la gastroscopia» osserva Baiocchi.

Il progetto Gastroscreening mira proprio ad aprire una porta allo screening gastrointestinale e questo anche grazie al confronto multidisciplinare fra clinici (chirurghi, gastroenterologi, radiologi, anatomopatologi), epidemiologi, istituzioni sanitarie e associazioni di pazienti. «Se GastroFORM supererà le prime fasi di validazione, in accordo con le autorità di salute pubblica competenti (ATS) lo somministreremo alla popolazione delle province di Brescia e Cremona, coinvolgendo anche le farmacie e i medici di famiglia» puntualizza Baiocchi, aprendo così la strada a una strategia che potrebbe aiutare a diagnosticare il tumore gastrico in fase precoce quando è meglio curabile con interventi chirurgici conservativi, con minori spese per il sistema sanitario e alti tassi di guarigione.

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