Tumore al pancreas in fase iniziale: “promossa” la chirurgia mininvasiva

All’ultimo congresso degli oncologi americani presentato uno studio internazionale che dimostra l’efficacia delle tecniche mininvasive che consentono tempi di recupero più rapidi e hanno una sicurezza analoga a quella della chirurgia tradizionale

Se finora qualche chirurgo era ancora scettico sulla possibilità di trattare il tumore al pancreas in fase iniziale con la tecnica chirurgica mininvasiva, denominata pancreatectomia distale mininvasiva, ora un nuovo studio internazionale, coordinato da Mohammad Abu Hilal, direttore del Dipartimento chirurgico dell’Istituto Ospedaliero Fondazione Poliambulanza di Brescia, fornisce nuove rassicurazioni. La ricerca dimostra infatti che questa la chirurgia mininvasiva in laparoscopia o robotica può essere un’alternativa altrettanto efficace e sicura della tecnica a cielo aperto tradizionale. Il nuovo studio, denominato DIPLOMA, ha paragonato i risultati della chirurgia in aperto rispetto a quella mininvasiva in pazienti con tumore del pancreas in stadio iniziale quando la malattia è localizzata sul corpo o sulla coda del pancreas.  

Lo studio DIPLOMA

Nello studio DIPLOMA sono stati presi in esame più di 230 pazienti con tumore al pancreas resecabile in 35 centri di 12 Paesi: 117 pazienti sono stati operati con la pancreatectomia distale minimamente invasiva (laparoscopica o robotica) e 114 con la tradizionale chirurgia a cielo aperto. In entrambi i casi è stata asportata anche la milza.

Gli esiti nei due gruppi di pazienti sono stati praticamente sovrapponibili. Il numero medio di linfonodi rimossi durante l’intervento chirurgico (resa linfonodale mediana) è stato di 22 nel gruppo trattato con la tecnica mininvasiva e 23 nel gruppo chirurgia aperta. La recidiva intraperitoneale si è registrata nel 41% dei pazienti sottoposti a pancreatectomia distale minimamente invasiva e nel 38% di quelli sottoposti a chirurgia aperta.

«La chirurgia ha fatto progressi significativi negli ultimi due decenni. Uno dei più importanti è l’introduzione della chirurgia mininvasiva. Per il tumore del pancreas, abbiamo dimostrato per la prima volta che la pancreasectomia distale minimamente invasiva è efficace quanto la chirurgia a cielo aperto – ha fatto notare con soddisfazione Abu Hilal, promotore già dal 2007 dell’approccio mininvasivo -. I nostri dati rassicurano i chirurghi e possono aiutare i pazienti, offrendogli le informazioni di cui hanno bisogno per scegliere con il proprio medico il tipo di intervento chirurgico a cui vogliono essere sottoposti».

Le prospettive

Gli autori dello studio continueranno a seguire i pazienti operati per valutare i risultati a 3 e 5 anni. Inoltre hanno in programma di analizzare ulteriormente i campioni prelevati, in particolare i linfonodi asportati dalla milza per determinare se sia effettivamente necessario asportare questo organo.

«Questo studio chirurgico randomizzato aiuterà sia chirurghi che pazienti perché la chirurgia minimamente invasiva, in mani esperte, si dimostra non inferiore alla chirurgia a cielo aperto. Ciò può fornire vantaggi come tempi di recupero più rapidi e un minor rischio di infezione, senza aumentare il rischio per quanto riguarda la malattia oncologica vera e propria» ha affermato Jennifer F. Tseng, direttore della Chirurgia al Boston Medical Center (BMC).

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