Stile di vita sano contro il tumore al seno

Buone abitudini riducono il rischio di ammalarsi di oltre il 25%. Dal Congresso nazionale di AIOM Giovani, il via a una campagna su tutto il territorio per la difesa della salute femminile

Uno stile di vita sano può ridurre del 27% il rischio di sviluppare il tumore al seno, peccato però che in Italia quasi il 37% delle donne sia sedentaria, il 26,8% in sovrappeso e l’11% obesa. Non solo, 15,3% delle italiane fuma e quasi il 9% consuma alcol sopra i limiti, mettendo a rischio la propria salute. Questi comportamenti aumentano infatti la probabilità di sviluppare non solo il carcinoma mammario, ma anche altre neoplasie. Inoltre possono favorire lo sviluppo di altre malattie come quelle cardiovascolari, metaboliche e neurodegenerative. Lo hanno segnalato gli esperti intervenuti all’ultimo Congresso nazionale di AIOM (Associazione italiana oncologia medica) Giovani, occasione in cui è stata lanciata una campagna nazionale rivolta alle donne dai 20 anni in su per favorire stili di vita corretti a tutte le età nell’ottica di ridurre l’incidenza e la mortalità per il tumore al seno.

La campagna per la popolazione femminile

La nuova campagna, realizzata con il contributo non condizionante di AstraZeneca, mira a fare informazione soprattutto sui fattori di rischio modificabili per prevenire il tumore al seno e, allo stesso tempo, anche le altre numerose condizioni influenzate dallo stile di vita, a partire dalle malattie cardiovascolari.

«Realizzeremo opuscoli sugli stili di vita sani da veicolare nelle farmacie e negli ambulatori di medicina generale – riferisce Saverio Cinieri, presidente AIOM -. Ogni booklet avrà uno specifico messaggio legato a un singolo stile di vita: lotta al fumo, dieta scorretta, consumo eccessivo di alcol, sedentarietà e sovrappeso. L’eccesso di peso, soprattutto in post menopausa, può aumentare il rischio di tumore del seno perché il tessuto adiposo è la principale fonte di sintesi di ormoni estrogeni circolanti, con conseguente eccessivo stimolo ormonale sulla ghiandola mammaria. La dieta mediterranea, che ha come caposaldo l’olio extravergine di oliva, ha dimostrato un’efficace azione protettiva».

Tra i temi che verranno affrontati ci sarà un focus sull’alcol, fattore di rischio spesso sottovalutato. Bastano infatti 50 grammi di alcol al giorno, pari a poco più di 3 bicchieri, per determinare un aumento di rischio di cancro della mammella del 50% rispetto a chi non beve.

Prevenzione attraverso lo stile di vita

La validità degli interventi sullo stile di vita nella prevenzione del tumore al seno e per migliorare la sopravvivenza dopo la diagnosi di cancro, soprattutto fra le donne in post-menopausa, è ormai assodata. Sono infatti numerosi gli studi che hanno evidenziato effetti benefici delle buone abitudini. Tra questi c’è una ricerca, pubblicata su Breast Cancer, che ha coinvolto 1319 pazienti con tumore della mammella e altrettante donne non colpite dalla malattia. Entrambi i gruppi sono stati seguiti per una media di quasi 18 anni. Per valutare lo stile di vita, gli autori hanno utilizzato un particolare indice, noto come Healthy Lifestyle Index, calcolato in relazione all’indice di massa corporea, all’attività fisica praticata, al consumo di alimenti animali e vegetali, di alcol, all’allattamento al seno e all’abitudine al fumo.

«Punteggi più alti corrispondevano a stili di vita più salutari – spiega Matteo Lambertini, membro del direttivo nazionale AIOM e professore associato convenzionato di Oncologia medica all’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Università di Genova -. Le donne con un punteggio medio-alto nell’Healthy Lifestyle Index presentavano un rischio inferiore del 22-27% di sviluppare il tumore della mammella e di circa il 30% di morire per tutte le cause dopo una diagnosi di carcinoma rispetto alle donne con punteggio più basso».

Educazione all’autopalpazione

Altro obiettivo della Campagna quello di educare le donne all’autopalpazione del seno, un gesto semplice che può però avere importanti ricadute come fa notare Cinieri. «Nella prevenzione del cancro mammario rientra anche l’autopalpazione del seno, pratica non invasiva che non comporta la presenza del medico e che ciascuna donna, dopo l’adolescenza, può sperimentare su se stessa con grandi risultati in termini di diagnosi precoce. Va effettuata ogni mese a partire dai 20 anni, meglio se nella prima o seconda settimana dalla fine del ciclo mestruale. Eventuali anomalie devono essere subito segnalate al proprio medico. L’autopalpazione è un primo strumento di prevenzione, ma da sola non è sufficiente. Deve essere abbinata, a partire dai 50 anni, a test strumentali più precisi come la mammografia».

Sebbene sia un esame fondamentale per la diagnosi precoce del tumore al seno, la mammografia in Italia ha una copertura inferiore al 50%, motivo per cui va implementata, come sottolineato al Congresso, cercando di appianare le differenze territoriali. Se al Nord si sottopone a questa indagine di screening il 63% delle donne, la percentuale scende al 48% al Centro e ancora di più  al 23% al Sud.

Il portale dedicato

L’iniziativa promossa da AIOM Giovani prevede anche un sondaggio per fotografare il livello di consapevolezza della popolazione femminile sugli stili di vita sani e l’attivazione di un portale dedicato, un punto di riferimento per tutte le donne con consigli pratici, interviste, best practice, case history, testimonianze dirette delle pazienti. Inoltre tutta l’attività avrà un’ampia diffusione sui canali social di AIOM.

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