Minipillola e rischio di tumore al seno

Secondo uno studio recente l’uso di anticoncezionali a base di progestinici comporta un lieve incremento delle possibilità di ammalarsi di cancro mammario che però diminuisce rapidamente quando se ne interrompe l’assunzione  

L’uso attuale o recente della pillola contracettiva a base di estrogeni e progestinici è stato associato a un lieve aumento transitorio del rischio di cancro al seno. Ora un nuovo studio britannico, pubblicato sulla rivista PloS Medicine, segnala che anche l’uso della cosiddetta minipillola, ovvero un contraccettivo orale a base solo di un ormone progestinico, può influenzare il rischio di sviluppare il cancro al seno. Dalla ricerca è infatti emerso che l’uso attuale o recente di contraccettivi a base di solo progestinico è associato a un leggero aumento del rischio di cancro al seno, che non sembra variare in base alla modalità di somministrazione (per bocca, iniezione o spirale/IUD ormonale) e ha un’entità simile a quello associato ai contraccettivi ormonali combinati.

Le nuove evidenze

Gli studiosi inglesi hanno analizzato dati tratti dal Clinical Practice Research Datalink (CPRD, un database che raccoglie i dati anonimi dei pazienti da una rete di studi medici di base in tutto il Regno Unito), relativi a quasi 10 mila donne con più di 50 anni con tumore al seno per valutare l’eventuale relazione tra il recente uso di contraccettivi ormonali e il successivo rischio di cancro al seno.

I risultati suggeriscono che vi sia un aumento di circa il 20-30% nel rischio relativo di cancro al seno associato all’uso attuale o recente di contraccettivi orali combinati o a base di solo progestinici.

Inoltre quando i nuovi dati sono stati combinati con i risultati di studi precedenti (che includevano donne in una fascia di età più ampia), è emerso che l’eccesso di rischio assoluto a 15 anni di cancro al seno associato all’uso di contraccettivi orali varia da 8 per 100.000 utilizzatrici nella fascia di età dai 16 ai 20 anni a circa 265 per 100.000 utenti nella fascia di età dai 35 ai 39 anni.

Le ricadute sulla scelta del metodo contraccettivo

Il nuovo studio evidenzia che l’uso di contraccettivi a base di soli progestinici è associato a un lieve aumento del rischio di cancro al seno, che sembrerebbe di entità simile a quello associato ai contraccettivi ormonali combinati. Gli autori dello studio fanno però notare come, dato che il rischio sottostante di cancro al seno aumenta con l’avanzare dell’età, l’eccesso di rischio assoluto associato all’uso di entrambi i tipi di contraccettivi orali sia inferiore nelle donne che vi ricorrono in età più giovane piuttosto che in età avanzata. Non solo, gli studiosi fanno presente che i rischi evidenziati devono essere bilanciati con i benefici consolidati associati all’uso di contraccettivi ormonali nelle donne in età fertile. Per esempio, nella scelta del tipo di contraccezione bisogna tenere presente che sia le tradizionali pillole estro-progestiniche sia i contraccettivi a base di soli progestinici possono ridurre il rischio di tumore dell’endometrio, dell’ovaio e del colon retto.

Inoltre numerose donne assumono i contraccettivi ormonali a scopo terapeutico per trattare diverse condizioni, come la sindrome dell’ovaio policistico o l’endometriosi. Senza dimenticare che le pillole ormonali di ultima generazione presentano dosaggi di estrogeni e progestinici più bassi rispetto a quelle che si usavano in passato.

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