Tumori: vetrino virtuale per diagnosi più precise

La società scientifica degli anatomo-patologi ha stilato un documento con l’ISS per stabilire i requisiti minimi di un laboratorio digitale. I tempi del referto possono essere ridotti e sono ampliate le possibilità di confronto con ricadute positive per i pazienti

L’anatomia-patologica sta diventando sempre più digitale. Oggi i tessuti tradizionalmente analizzati al microscopio, dopo essere stati collocati su un vetrino, possono essere trasformati in immagini digitali che possono essere condivise, gettando le basi della telepatologia. In Italia la Società Italiana di Anatomia Patologica e Citopatologia Diagnostica (SIAPeC-IAP) sta guidando questa rivoluzione e, per passare dalla teoria alla pratica, ha appena stilato un documento con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) per stabilire i requisiti minimi di un laboratorio digitale di anatomia patologica.

La digital pathology avrà un impatto molto importante per i pazienti, soprattutto per quelli colpiti da tumori, permettendogli di condividere i propri “vetrini digitali” con esperti in ogni parte del mondo.

La Rete di telepatologia

“Il tema ‘digitalizzazione e innovazione’ rappresenta uno degli assi strategici attorno ai quali si sviluppa il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza conseguente alla pandemia – osserva Anna Sapino, presidente di SIAPeC-IAP -. È l’occasione per realizzare gli adeguamenti infrastrutturali necessari a compiere un ‘salto’ qualitativo anche nelle anatomie patologiche del nostro paese, che vanno digitalizzate e collegate in rete su una piattaforma validata. La SIAPeC vuole essere proattiva con gli organi istituzionali, le altre società scientifiche e le associazioni dei pazienti per rendere effettiva la Rete nazionale di telepatologia”.

I vantaggi

“L’investimento iniziale può determinare risparmi di milioni di euro in pochi anni – fa notare Filippo Fraggetta, presidente eletto SIAPeC-IAP, oltre che responsabile del Comitato scientifico della Società Europea di Patologia Digitale e Integrata (ESDIP) -. Non solo. I vantaggi per i pazienti sono davvero consistenti. Se desiderano una consulenza, non devono più viaggiare per portare il vetrino in diverse strutture, con il rischio che sia perso o si rompa. La Rete digitale annulla le distanze fra centro e periferia. E i tempi per la refertazione possono essere razionalizzati, anche con ricadute positive in termini di minore stress per i pazienti in attesa dell’esito. Le anatomie patologiche, che passano al digitale, potranno lavorare in modo più lineare e semplificato, eliminando azioni di controllo manuale ripetitive. La versatilità della digital pathology va dall’interpretazione a distanza per la diagnosi primaria alla richiesta di seconde opinioni, all’uso accademico per la formazione fino alla valutazione dei preparati virtuali da parte dei gruppi multidisciplinari”.

Anatomo-patologo e cancro

L’anatomo-patologo è oggi una delle figure centrali nei Gruppi Oncologici Multidisciplinari (GOM) non solo nel processo diagnostico, ma anche nella valutazione prognostica e predittiva. Questo ampliamento del suo ruolo è legato anche all’implementazione della medicina di precisione, complici le nuove terapie a bersaglio molecolare e i farmaci immunoterapici. Il continuo confronto da remoto tra patologi ha permesso per esempio di standardizzare l’interpretazione dei biomarcatori necessari per valutare il beneficio dei farmaci immuno-oncologici. “Dall’altro lato le nuove terapie antitumorali che rientrano nell’oncologia di precisione richiedono maggiori carichi di lavoro –  puntualizza Sapino -. E la nostra professione sta vivendo una forte crisi di personale, oggi in Italia gli anatomo-patologi sono circa 1100, cinque anni fa erano almeno 1500. La digital pathology può certamente aiutarci a condividere il lavoro tra i diversi centri sul territorio, ma non è sufficiente. I professionisti devono esserci, perché i numeri degli esami, soprattutto per il cancro, sono sempre crescenti e richiedono competenze specifiche”.

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