Tumori femminili: al via la campagna “Neoplasiadonna”

Ideata da AIOM, l’iniziativa mira a sensibilizzare la popolazione femminile sull’importanza di corretti stili di vita e diagnosi precoce

Seno, colon-retto, polmone, tiroide, melanoma, ovaio, utero e cervice: sono questi i tumori che colpiscono di più le donne, con 182mila nuovi casi l’anno e un trend in salita, complici i gravi ritardi negli screening legati al Covid. Per sensibilizzare la popolazione femminile sull’importanza di uno stile di vita corretto e della diagnosi precoce ha preso vita la campagna di comunicazione Neoplasiadonna, ideata da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e resa possibile grazie a un educational grant non condizionante di AstraZeneca.

L’iniziativa

La nuova campagna prevede la distribuzione, nelle maggiori città italiane, di una guida sulla prevenzione, attività social, interviste e confronti con clinici e pazienti, eventi di sensibilizzazione one-to-one e uno spot. Il tutto con l’obiettivo di ricordare alle donne di prendersi cura della propria salute e di non sottovalutare i controlli di routine. «Oggi convivono con una patologia oncologica più di 1,9 milioni di donne – fa notare Saverio Cinieri, presidente AIOM –. L’attenzione agli stili di vita e la prevenzione secondaria attraverso gli screening possono davvero migliorare il quadro. Il cambiamento delle abitudini dannose viene in aiuto soprattutto quando parliamo di carcinoma del polmone: negli ultimi anni si è infatti registrato un forte incremento nella popolazione femminile, causato dall’onda lunga degli anni ’70, periodo in cui il vizio del fumo si è particolarmente diffuso tra le donne. Oggi ne vediamo gli effetti: per invertire questa tendenza è importante non iniziare mai, o impegnarsi a smettere il prima possibile».

L’importanza degli screening

«Negli ultimi due anni, a causa della pandemia, abbiamo registrato una significativa diminuzione degli screening effettuati, addirittura di 2 milioni e mezzo – segnala Giovanni Scambia, direttore scientifico Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli IRCCS e presidente AGUI, Associazione ginecologi universitari italiani –. Le persone avevano paura di recarsi in ospedale e per questo hanno sottovalutato l’importanza dei controlli. Vogliamo sensibilizzare le donne alla prevenzione secondaria anche per recuperare questi ritardi».

Gli strumenti per la diagnosi e la prevenzione

Tra gli screening disponibili, oltre alla mammografia che permette di ridurre del 30% il tasso di mortalità per il tumore al seno, c’è la ricerca di sangue occulto nelle feci a partire dai 50 anni e, in caso di positività, l’esame endoscopico dell’intestino in caso di positività. «La vaccinazione Hpv protegge invece dalle malattie del collo dell’utero e le ultime ricerche mostrano che può essere utile anche fino ai 45 anni. Per individuarle in maniera precoce è disponibile anche il pap-test – puntualizza Scambia -. Un’altra malattia in cui la prevenzione si rivela fondamentale è il melanoma, il terzo tumore più frequente sotto i 50 anni e la più aggressiva tra le neoplasie della pelle. Fortunatamente è possibile individuarla precocemente, con auto-controlli dei nei e visite annuali dal dermatologo, che con apposita strumentazione può identificare eventuali lesioni e procedere alle verifiche necessarie. È fondamentale poi proteggersi dal sole ed evitare le lampade abbronzanti, molto pericolose soprattutto in giovane età».

Sindromi ereditarie

«Un’attenzione particolare è richiesta a chi ha casi di neoplasie alla mammella o all’ovaio in famiglia, o con accertata mutazione genetica BRCA 1 e 2, quindi con probabilità molto alte di svilupparle nel corso della vita – ricorda Adriana Bonifacino, presidente IncontraDonna Onlus -. Regolare autopalpazione da giovani e mammografia da adulte possono cambiare in modo favorevole l’esito di una diagnosi. Siamo molto felici dello sviluppo di un progetto rivolto alle donne, per ricordare loro che nella prevenzione e la lotta al cancro non sono sole».

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