Tumore alla prostata: risultati promettenti con olaparib

Annunciati all’Esmo i risultati dello studio PROfound che mostrano come questo Parp inibitore offra un beneficio di sopravvivenza globale nei pazienti con malattia metastatica resistente alla castrazione e con mutazioni nei geni Brca 1, Brca 2 o Atm

In occasione del recente Congresso virtuale della Società europea di oncologia medica (Esmo) sono stati presentati gli incoraggianti dati raccolti nello studio di fase III PROfound, pubblicati contestualmente sul New England Journal of Medicine. La ricerca ha dimostrato un beneficio significativo in termini sopravvivenza globale per olaparib rispetto a enzalutamide o abiraterone nel trattamento di pazienti affetti da tumore della prostata metastatico resistente alla castrazione e con mutazioni nei geni di riparazione della ricombinazione omologa (responsabili della minore capacità delle cellule di riparare il Dna danneggiato), tra cui rientrano Brca 1, Brca 2 e Atm.

Aumento della sopravvivenza

Nello studio sono stati presi in considerazione pazienti con mutazioni germinali in uno dei 15 geni di riparazione della ricombinazione omologa e tumore alla prostata che erano andati in progressione dopo una precedente linea di trattamento con nuovi agenti ormonali (Nha), enzalutamide e/o abiraterone. In questi pazienti la terapia target con il Parp inibitore olaparib si è dimostrata in grado di ridurre il rischio di morte del 31 per cento. In particolare nei pazienti trattati con olaparib la sopravvivenza globale mediana è stata di 19,1 mesi, rispetto a 14,7 mesi per enzalutamide o abiraterone, nonostante il 66 per cento degli uomini in trattamento con i nuovi agenti ormonali fosse passato al trattamento con il Parp inibitore in seguito alla progressione della malattia.
“PROfound è il primo studio di fase III a dimostrare una rilevante efficacia clinica dei Parp inibitori in questo contesto e pone le basi per l’adozione di un approccio, noto come medicina di precisione, che auspichiamo permetterà, attraverso l’esecuzione di un test, di poter offrire un trattamento personalizzato anche ai pazienti affetti da tumore della prostata” osserva il professor Giuseppe Procopio, coordinatore nazionale dello studio e responsabile dell’Oncologia Medica Genitourinaria della Fondazione Irccs-Istituto nazionale dei tumori di Milano.

In attesa di approvazione in Europa

Olaparib ha ottenuto l’approvazione della Fda (l’ente statunitense per il controllo dei medicinali) e di recente anche il parere positivo del Committee for medicinal products for human use (Chmp) europeo per il trattamento del tumore alla prostata metastatico nei pazienti con mutazione Brca 1 e Brca 2, dopo progressione da precedente trattamento con nuovi agenti ormonali.
Attualmente sono in corso altri studi che vedono come protagonista questo Parp inibitore. Tra questi lo studio di fase III PROpel, nel quale si sta testando olaparib in combinazione con abiraterone rispetto al solo abiraterone nel trattamento in prima linea sempre dei pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione.

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