Tumore al seno triplo negativo: identificato nuovo punto debole

tumore al seno

La proteina MAPK4 potrebbe rappresentare un possibile bersaglio terapeutico per combattere questa insidiosa neoplasia

Tra i tumori al seno quello più difficile da trattare è il triplo negativo, che rappresenta circa il 15-20% di tutte le neoplasie della mammella e risulta più diffuso sotto i 50 anni e in chi presenta mutazioni germinali nel gene BRCA1. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communication, per mano di ricercatori del Baylor College of Medicine, in Texas, apre ora la strada a nuove terapie. Il merito dei ricercatori statunitensi è stato quello di aver individuato un punto debole della malattia: si tratta della proteina MAPK4, che potrebbe diventare un valido bersaglio per i trattamenti.

Il nuovo bersaglio

Nei tumori al seno triplo negativi si osservano spesso alterazioni nella via di segnalazione cellulare chiamata PI3K/PTEN. Sebbene esistano farmaci che agiscono su questa via, essi non sono molto efficaci contro questa forma di tumore, le cui cellule non possiedono sulla loro superficie la proteina HER2, né i recettori per gli estrogeni e per i progestinici. 

I ricercatori statunitensi hanno analizzato più di 800 profili di espressione genica tramite il Cancer Genome Atlas, una grande banca dati che include informazioni sulle mutazioni e le alterazioni finora identificate in numerosi tumori, compreso quello al seno. In questo modo hanno visto che la proteina MAPK4 era presente a livelli elevati in più del 30% dei tumori del seno definiti “basal-like” (neoplasie caratterizzate dall’assenza di espressione dei recettori ormonali e di HER2 e da una aumentata espressione di particolari molecole, le citocheratine basali), il 70-80% dei quali era rappresentato da tumori triplo negativi.  

I meccanismi

La proteina MAPK4 sarebbe in grado di attivare una via di segnalazione che porta alla crescita cellulare, riducendo la sensibilità del tumore alle terapie che bloccano PI3K. Ridurre i livelli di MAPK4 potrebbe dunque permettere di bloccare la crescita dei tumori triplo negativi e renderli più sensibili agli inibitori di PIK3. Per ora i ricercatori hanno dimostrato che è effettivamente così nelle cellule in coltura e negli animali da laboratorio. Questi dati aprono dunque la strada a nuovi trattamenti per il tumore mammario triplo negativo che abbiano come bersaglio MAPK4, magari basati sull’uso di una combinazione di inibitori per arrivare a tenere sotto controllo la crescita delle cellule tumorali.

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