Sindrome di Lynch: promettente la colonscopia intelligente

La procedura diagnostica, quando assistita dall’intelligenza artificiale, può favorire il rilevamento degli adenomi, soprattutto di quelli piccoli e piatti che rischiano di essere trascurati

Nonostante la regolare sorveglianza endoscopica, gli individui affetti dalla sindrome di Lynch hanno un rischio elevato di sviluppare il tumore del colon-retto. Secondo uno studio pilota tedesco, coordinato dal National Center for Hereditary Tumor Syndromes dell’University Hospital di Bonn e pubblicato sull’United European Gastroenterology Journal, il ricorso alla colonscopia assistita dall’intelligenza artificiale (IA) rispetto alla metodica tradizionale permetterebbe di ottimizzare lo screening dei soggetti portatori a rischio, migliorando il rilevamento di adenomi piatti e di piccole dimensioni, che rischiano di essere trascurati anche da gastroenterologi esperti.

Adenomi e sindrome di Lynch

«I polipi adenomatosi sono considerati i principali precursori del cancro del colon-retto negli individui con la sindrome di Lynch. A causa della rapida progressione dell’adenoma in tumore negli individui con tale sindrome, è particolarmente importante cercare di rilevare il maggior numero possibile di queste lesioni del colon per ridurre il rischio di carcinoma» premettono gli autori dello studio, sottolineando come le strategie di sorveglianza intensificata con colonscopie ogni uno o due anni si siano rivelate in grado di ridurre sia l’incidenza sia la mortalità per il cancro del colon-retto in questa popolazione. Tuttavia, alcuni studi hanno dimostrato che una percentuale rilevante di adenomi viene persa anche quando gli esami vengono eseguiti da endoscopisti esperti. «Ciò è particolarmente vero per gli adenomi piatti, tipici della sindrome di Lynch – puntualizzano gli studiosi -. La mancata rilevazione di queste lesioni è considerata una delle possibili ragioni per cui i soggetti con la sindrome di Lynch sono ad altissimo rischio di cancro del colon-retto post-colonscopia, con un’incidenza cumulativa a 10 anni fino all’8%, nonostante la sorveglianza endoscopica».

Questi sono alcuni dei motivi per cui oggi c’è un grosso impegno per sviluppare e valutare tecniche endoscopiche che possano ottimizzare il rilevamento degli adenomi in gruppi di pazienti ad alto rischio, come quelli affetti dalla sindrome di Lynch.

Colonscopia intelligente

Alcuni studi recenti hanno dimostrato che la colonscopia assistita dall’IA può migliorare la capacità diagnostica di questa metodica nella popolazione generale. Partendo da questa osservazione, i ricercatori tedeschi hanno voluto valutare le prestazioni diagnostiche della colonscopia “intelligente” nei pazienti con la sindrome di Lynch. Gli studiosi, in stretta collaborazione con l’Institute of Medical Informatics, Statistics and Epidemiology presso l’Università di Lipsia, hanno preso in esame 96 pazienti: 46 sottoposti alla tecnica endoscopica standard e 50 alla colonscopia assistita. Ebbene, in entrambi i gruppi di pazienti c’è stato un alto tasso di rilevamento di adenomi, in particolare del 26,1% (12 su 46 pazienti) nel braccio colonscopia standard e del 36% (18 su 50 pazienti) in quello della tecnica assistita da IA.

«L’uso dell’IA ha determinato un aumento del tasso di rilevamento dell’adenoma e del numero medio di adenomi per paziente, suggerendo per la prima volta che anche in una popolazione ad alto rischio sotto regolare sorveglianza, la qualità della colonscopia può essere migliorata utilizzando l’intelligenza artificiale» osservano gli autori, sottolineando tuttavia la necessità di studi più ampi, motivo per cui essi stessi stanno dando vita a uno studio multicentrico, che sarà condotto sotto la supervisione dell’Università di Bonn.

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