Promettente nuova tecnologia senza raggi X per lo screening mammario

Un dispositivo medico che sfrutta le microonde potrebbe diventare la soluzione per uno screening più inclusivo del cancro al seno in quanto utilizzabile in tutta la popolazione asintomatica senza alcuna controindicazione e restrizione di sicurezza

Lo screening mammario periodico è di fondamentale importanza per la diagnosi precoce del tumore al seno. L’esame standard è rappresentato dalla mammografia, una sorta di radiografia del seno che, anche a causa dell’utilizzo di radiazioni ionizzanti a raggi X, presenta dei limiti di utilizzo, in particolare nelle donne sotto i 45 anni. Tuttavia per questo sottogruppo di donne, ma non solo, si stanno aprendo nuovi scenari grazie allo sviluppo di una nuova tecnologia, denominata MammoWave, che utilizza le microonde a bassissima intensità per esaminare il tessuto mammario e che quindi non espone ad alcun rischio di radiazioni nocive. Questa nuova metodica è stata sviluppata da Umbria Bioengineering Technologies (UBT) ed è già stata protagonista di un primo studio di fattibilità, terminato nel 2020, e di una sperimentazione multicentrica internazionale con esiti positivi. Attualmente MammoWave è al centro di un progetto internazionale Horizon su 10 mila donne, denominano MammoScreen (Innovative and safe microwave-based imaging technology to make breast cancer screening more accurate, inclusive and female-friendly), cofinanziato dalla Commissione Europea, con un budget complessivo di 7 milioni di euro per quattro anni.

Approfondiamo il tema con Gianluigi Tiberi, ingegnere e co-inventore di MammoWave (insieme a Giovanni Raspa) e co-fondatore di UBT e con Mary Terry, responsabile del Marketing e dei rapporti con le Associazioni pazienti di UBT.

Gianluigi Tiberi

Il nuovo dispositivo a microonde

MammoWave utilizza dei segnali a radiofrequenza (gli stessi che si usano nella telefonia mobile), che si chiamano microonde, a bassissima potenza (1mW, cento volte più sicure rispetto a una telefonata dal punto di vista dell’assorbimento di queste onde elettromagnetiche), per vedere se all’interno del tessuto mammario è presente una lesione.

«Il concetto chiave di questa tecnica si basa sul contrasto delle proprietà dielettriche tra tessuto sano e tessuto malato in risposta alle frequenze delle microonde – precisa Tiberi -. In pratica il dispositivo è dotato di due antenne, una ricevente e l’altra trasmittente, che girano intorno al seno senza toccarlo: per ogni mutua posizione l’antenna trasmittente invia un segnale che interagisce con il seno e che poi viene riflesso e captato dall’antenna ricevente. Tutti questi segnali vengono analizzati attraverso un algoritmo innovativo, veloce e accurato, che evidenzia le disomogeneità rilevate nel tessuto attraverso un’immagine. L’analisi di questa immagine, che può essere fatta anche attraverso sistemi di intelligenza artificiale, permette di discriminare mammelle senza alcuna anomalia da mammelle con possibili lesioni. Il dispositivo funziona quindi come “primo screening” in quanto non differenzia attualmente tra lesioni benigne o maligne: l’obiettivo di oggi è solo discriminare le mammelle senza lesioni da mammelle in cui potrebbe esserci una lesione, la cui valutazione va poi approfondita con altre indagini (dall’ecografia alla risonanza magnetica) su indicazione del medico».

L’efficacia

I diversi studi finora condotti su MammoWave, compreso il confronto, in 350 donne, del risultato della sua analisi del seno con quello delle tecniche di imaging utilizzate nel percorso di indagine tradizionale (ecografia, mammografia e risonanza magnetica), mostrano che questa metodica ha una sensibilità superiore all’80%. Non solo, diversamente dalla mammografia che presenta dei limiti in presenza di un seno denso, MammoWave ha mostrato una buona performance anche in questi casi.

«Grazie agli studi condotti finora, MammoWave ha ottenuto il marchio CE e potrà già essere utilizzato in alcuni centri privati che si sono dotati del dispositivo – precisa Tiberi -. Con la nuova sperimentazione multicentrica europea su 10 mila donne, che partirà a gennaio 2024, miriamo ad entrare nei percorsi di screening mammario dei diversi sistemi sanitari nazionali europei, compreso quello italiano».

I vantaggi

I vantaggi legati all’utilizzo della nuova tecnica diagnostica sono diversi, a partire dal fatto che non prevede l’uso di raggi X, potenzialmente dannosi per l’organismo. Proprio per questo motivo MammoWave può essere utilizzato in donne asintomatiche, senza restrizioni legate all’età e alla frequenza d’utilizzo.

L’esame è inoltre molto più confortevole rispetto alla mammografia: la donna deve solo sdraiarsi su un comodo lettino a pancia in giù e inserire il seno in un foro senza necessità di comprimerlo.

«Un aspetto molto importante è l’elevata accuratezza anche in presenza di un seno denso – fa notare Tiberi -. Queste caratteristiche, unite ai costi ridotti di installazione e gestione, rendono la nuova tecnologia un’indagine non solo complementare rispetto ai dispositivi tradizionali per aiutare a ridurre il rischio di non-rilevamento di lesioni mammarie, ma anche uno strumento prezioso per le donne che non rientrano nella fascia di età dello screening mammario, ma che possono essere anch’esse a rischio di tumore al seno».

Studi recenti mostrano infatti un trend in crescita del cancro mammario nelle donne giovani. Secondo l’American Cancer Society nelle donne sotto i 40 anni il tasso di carcinoma mammario è aumentato del 3% ogni anno dal 2000 al 2019. 

Seno denso e tumore al seno

La densità del seno è un fattore di rischio importante per il tumore mammario. Si è infatti visto che le donne con una densità mammaria superiore al 75% hanno un rischio di cancro da 4 a 6 volte maggiore rispetto a quelle con una densità inferiore al 5%.

La mammografia è in grado di mostrare se una donna ha il seno denso ma non riesce a “leggerlo”: la sua capacità di individuare un tumore in un seno denso è infatti molto ridotta. L’ecografia può in parte aiutare in questi casi. «Il problema però è che le donne in genere non ricevono una documentazione, a seguito di un esame mammografico, che attesti quanto è la densità del loro seno e sono altresì poco informate della possibilità che alcuni tumori possano non essere rilevati dalla mammografia nel loro seno denso – osserva Mary Terry -. La consapevolezza è importante e proprio per questo motivo negli Usa, così come in altri Paesi europei, è diventato un obbligo di legge certificare e quindi informare la donna sul grado di densità mammaria quando si sottopone alla mammografia. A questo scopo esiste una classificazione specifica, denominata BI-RADS, che prevede 4 categorie di densità mammaria, da A a D, dove quest’ultima indica una densità oltre il 75%».

Microonde nelle donne giovani

Le donne giovani sono tra le candidate ideali alla nuova tecnologia con microonde per diversi motivi come segnala Mary Terry. «Innanzitutto perché, nonostante ci sia un trend in crescita del tumore al seno sotto i 40 anni, non ci sono strategie di screening per queste donne se non l’autopalpazione del seno (che individua solo il 3% dei tumori e spesso già in uno stadio più avanzato) ed eventualmente l’ecografia. E poi perché spesso le donne giovani hanno un seno più denso che può essere facilmente studiato con le microonde. In questi casi MammoWave potrebbe favorire una diagnosi più precoce e quindi una prognosi migliore di tumori spesso anche più aggressivi, perché si è visto che nelle donne giovani il cancro al seno tende ad essere più “cattivo”. Senza dimenticare la possibilità di utilizzare la tecnologia a microonde nelle donne in gravidanza, soprattutto nei primi tre mesi, dato che non sono scevre dal rischio di sviluppare il cancro mammario che oltretutto tende a presentarsi in forma più aggressiva, spesso nel fenotipo triplo negativo».

Il ruolo nella sorveglianza delle donne ad alto rischio

MammoWave potrebbe trovare spazio anche nella sorveglianza intensificata, già a partire dai 25 anni, delle donne con sindromi ereditarie di predisposizione al cancro ad alto rischio di sviluppare il tumore al seno per la presenza di mutazioni germinali in geni di suscettibilità (come BRCA, TP53, CDH1, ecc.).

La nuova tecnologia microonde comunque non mira a soppiantare le attuali metodiche di screening, ma ad integrarle e a colmare un bisogno insoddisfatto in virtù, oltre che dell’efficacia, anche della sua non invasività e non lesività. L’obiettivo è quello di intercettare precocemente il cancro al seno e migliorare la sopravvivenza delle donne anche sotto i 45 anni.

Antonella Sparvoli

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