Poliposi adenomatosa familiare: terapie per prevenire la progressione

Poliposi adenomatosa familiare: terapie per prevenire la progressione

Secondo uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine la combinazione dei farmaci eflornitina e sulindac non ridurrebbe in modo significativo la progressione della malattia rispetto agli stessi farmaci assunti singolarmente, ma potrebbe rivelarsi utile per ritardare il ricorso a procedure chirurgiche

La poliposi adenomatosa familiare (FAP) è una sindrome ereditaria associata alla formazione di numerosi polipi e al cancro al colon-retto. Molti pazienti vengono sottoposti a colectomia profilattica, ma alcuni studi stanno valutando la possibilità di arrestare la progressione della malattia attraverso farmaci o loro combinazioni.

In uno studio pubblicato di recente sul New England Journal of Medicine , è stata confrontata la capacità di ridurre la progressione della malattia della combinazione dell’antinfiammatorio non steroideo sulindac con eflornitina, rispetto ai due farmaci presi singolarmente. La ricerca però non ha evidenziato differenze sostanziali.

Lo studio

I ricercatori, guidati da Carol Burke, direttore del Center for colon polyps and cancer della Cleveland clinic, hanno preso in esame 171 adulti con FAP: un terzo ha assunto la combinazione, un terzo sulindac e un terzo eflornitina, per un periodo fino a 48 mesi. I dati raccolti mostrano che la malattia è andata in progressione in 18 pazienti che hanno assunto la combinazione, in 22 di quelli che hanno assunto sulindac e in 23 di coloro che hanno assunto eflornitina, senza quindi differenze significative.

“Sebbene lo studio abbia evidenziato che non vi sono grandi differenze nella progressione complessiva di eventi collegati alla FAP tra i tre gruppi, un dato convincente emerso è che nessuno dei pazienti in terapia con la combinazione sulindac-eflornitina è dovuto ricorrere alla colectomia, alla proctectomia (rimozione chirurgica del retto e dello sfintere anale) o alla resezione della sacca ileale nei 48 mesi dello studio, cosa che invece è accaduta ad alcuni pazienti in terapia con i singoli farmaci”. Alla luce di questa risultati, la combinazione dei due farmaci potrebbe rivelarsi una strategia terapeutica valida per ritardare o prevenire il ricorso a procedure chirurgiche nei pazienti con poliposi adenomatosa familiare

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