Uno studio presentato all’ESMO ha evidenziato risposte “senza precedenti” al trattamento immunoterapico con nivolumab/ipilimumab nei pazienti con tumore non metastatico

L’immunoterapia neoadiuvante, ovvero prima dell’intervento chirurgico, è in grado di portare a una risposta patologica completa, ossia alla scomparsa di cellule tumorali all’analisi del tessuto asportato con la chirurgia, nei pazienti con carcinoma del colon con un deficit della riparazione dei mismatch del DNA (MMR) localmente avanzato. Lo rivelano i dati preliminari dello studio NICHE-2, presentati al recente Congresso dell’European Society for Medical Oncology (ESMO), risultati che confermerebbero anche un precedente studio, denominato NICHE-1, pubblicato nel 2020 sulla rivista Nature Medicine.

Tumore del colon e deficit del mismatch repair

I deficit del mismatch repair, un particolare meccanismo di riparazione del DNA, sono presenti in circa il 10-15% dei tumori sporadici del colon e circa un terzo di questi è associato alla sindrome di Lynch in cui un’alterazione di uno dei geni del MMR è trasmessa in modo ereditario. Questa condizione ha un ruolo anche nello sviluppo di circa il 2-3% dei tumori dell’endometrio e in altre neoplasie (stomaco, ovaio, pancreas, prostata, ecc.). In media, i tumori che si sviluppano in persone con la sindrome di Lynch tendono a comparire in un’età più precoce rispetto alle forme non ereditarie.

Lo studio NICHE-2

Lo studio ha coinvolto 112 pazienti, con cancro del colon con un deficit del mismatch repair, non metastatico e non trattato in precedenza, a cui è stato somministrato un ciclo di ipilimumab a basse dosi e due cicli di nivolumab, seguiti dall’intervento chirurgico.

I risultati mostrano che il 95% dei pazienti ha avuto una risposta patologica maggiore. Ciò significa che la presenza di cellule neoplastiche vitali nel tessuto operatorio è risultata inferiore al 10%. Nel 67% dei casi la risposta patologica all’immunoterapia è stata addirittura completa senza evidenze di tumore residuo dopo la chirurgia. A oltre un anno di distanza, nessuno dei pazienti ha avuto una recidiva della malattia.

Per 97 pazienti, inoltre, era disponibile l’informazione circa la presenza della sindrome di Lynch: 65 avevano un tumore con un deficit del mismatch repair sporadico e 32 presentavano la sindrome di Lynch. Nei primi si è osservato un tasso di risposta patologica completa del 58%, salito al 78% in quelli con la sindrome di Lynch.

Le prospettive per il futuro

«Quelli che abbiamo ottenuto sono risultati senza precedenti –  ha affermato l’autrice della presentazione Myriam Chalabi, oncologa presso il Netherlands Cancer Institute di Amsterdam -. L’immunoterapia neoadiuvante ha il potenziale per diventare lo standard di cura nei pazienti con tumore del colon con deficit del mismatch repair. Il futuro non è mai stato così roseo per questa popolazione di pazienti e per questo esorto le aziende farmaceutiche a impegnarsi per la registrazione dell’immunoterapia neoadiuvante».

I nuovi dati presentati all’ESMO sono in sintonia anche con i risultati di un altro importante studio, presentato a giugno al congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) e pubblicato in contemporanea sul New England Journal of Medicine. La ricerca ha dimostrato che 12 pazienti con tumore al retto con un deficit del mismatch repair, già in stadio localmente avanzato, sono guariti completamente dopo il trattamento con l’anticorpo monoclonale anti-PD-1 dostarlimab. Anche in questo studio i pazienti arruolati erano stati trattati con l’obiettivo di ridurre le dimensioni del tumore rettale prima di procedere alla resezione chirurgica, ma il trattamento immunoterapico ha letteralmente cancellato la malattia.

Nel momento in cui queste sempre più numerose osservazioni sulle potenzialità dell’immunoterapia dovessero essere replicate e ampliate, le ricadute potrebbero essere davvero enormi.