4 Novembre 2022Alimentazione a base vegetale alleata contro il cancro e per chi sopravviveDiagnosi e prevenzione Una rassegna pubblicata su JAMA Oncology analizza gli effetti della dieta basata sui vegetali nella loro forma più naturale ed integra e della dieta chetogenica nella prevenzione dei tumoriTra le diete che hanno maggiore popolarità in ambito oncologico ci sono la Whole food plant based diet (WFPBD), ovvero un regime alimentare basato sui cibi di origine vegetale e integrale, e la dieta chetogenica. Una rassegna, pubblicata di recente su JAMA Oncology, ha analizzato gli studi che riguardano gli effetti di questi tipi di alimentazione su cancro. I risultati supportano il ruolo protettivo delle diete arricchite di vegetali rispetto alla dieta chetogenica nella riduzione del rischio di tumore e nel miglioramento dei disturbi metabolici che possono interessare i sopravvissuti.Le caratteristiche dei due tipi di dietaLa WFPBD è una dieta composta essenzialmente da alimenti di origine vegetale, in gran parte non trasformati o minimamente processati. Non include carne o pesce e più in generale prodotti di origine animale come uova e latte. Sono esclusi inoltre gli alimenti raffinati, come zuccheri aggiunti, farina bianca e oli lavorati. La WFPBD si concentra sulle piante, comprese le verdure, la frutta, i cereali integrali, i legumi, i semi e le noci, che dovrebbero costituire la maggior parte di ciò che si mangia. In pratica è molto simile alla dieta vegana, ma a differenza di questa non prevede imitazioni di carni e formaggi altamente trasformati.La dieta chetogenica è, invece, un regime alimentare che riduce in modo drastico i carboidrati, aumentando le proteine e soprattutto i grassi con lo scopo di costringere l’organismo a utilizzare quest’ultimi come fonte di energia. L’uso dei grassi come fonte di energia induce la chetosi, che porta alla formazione di molecole chiamate corpi chetonici, utilizzabili anche dal cervello (le cellule nervose non hanno la capacità di usare i grassi come fonte di energia).Il confrontoEsistono diverse correlazioni tra quello che mangiamo e il cancro. Molti studi evidenziano infatti come l’alimentazione sia coinvolta nella cancerogenesi di alcuni tipi di tumori e anche nella loro progressione attraverso molteplici meccanismi. Le attuali raccomandazioni dietetiche per la prevenzione dei tumori propongono di basare la propria alimentazione su una dieta ricca di cereali integrali, verdure non amidacee, frutta e legumi, un po’ come la dieta mediterranea tradizionale. Gli autori della rassegna hanno analizzato due regimi dietetici molto diversi, la dieta a base vegetale e quella chetogenica, evidenziando come entrambi possano essere associati a perdita di peso, diminuzione dell’infiammazione e riduzione dei livelli di insulina. Inoltre, la WFPBD è risultata associata a un introito maggiore di fibre, sostanze fitochimiche e butirrato e a livelli ridotti del fattore di crescita insulino simile (IGF-1, sostanza nota per essere associata a un maggior rischio di ammalarsi di tumore al seno). Dal canto suo la dieta chetogenica avrebbe anch’essa potenziali effetti antitumorali, aumentando i corpi chetonici, in particolare i livelli di beta idrossibutirrato. Le indicazioniFatta la premessa che la maggior parte degli studi analizzati erano incentrati sull’aumento del consumo di frutta e verdura o sulla riduzione dei grassi, ma non specificatamente sulla WFPBD o sulla dieta chetogenica, gli autori della rassegna concludono evidenziando soprattutto i benefici delle diete ricche di vegetali, rispetto alla dieta chetogenica, nel ridurre il rischio di cancro e nel migliorare i disturbi metabolici nei sopravvissuti. Tuttavia, secondo i ricercatori, la dieta chetogenica potrebbe essere valutata in contesti selezionati e meno comuni, per esempio nei tumori trattati con inibitori di PI3K (inibitori della fosfoinositide 3-chinasi), che inducono iperinsulinemia e iperglicemia (ovvero un aumento dei livelli di insulina e glucosio nel sangue). Gli studiosi sottolineano infine anche la necessità di studi più rigorosi che adottino obiettivi propriamente oncologici tali da consentire l’identificazione di popolazioni che potrebbero trarre benefico da diete nettamente contrastanti.Condividi sui socialFacebookLinkedInTwitter
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