Tumore del colon

Seppur i tumori del colon-retto siano per lo più sporadici, una piccola percentuale è causata da sindromi di suscettibilità ereditarie associate a un rischio aumentato di cancro.

Come si manifesta 

Il colon, insieme al retto e al cieco, fa parte dell’intestino crasso, che rappresenta la parte finale dell’intestino, e quindi dell’apparato digerente. Poiché i tumori che partono dal colon e quelli originano dal retto presentano molte caratteristiche comuni, vengono spesso raggruppati e indicati come tumori del colon-retto. Questi possono essere di tipo differente e la maggior parte inizia con lo sviluppo di escrescenze dette polipi (ne esistono di diverse tipologie). Alla base dei tumori del colon-retto sembra ci siano alterazioni a carico di oncogeni (geni che “aiutano” la formazione di un tumore) e oncosoppressori (geni che invece tentano di bloccare il tumore). 

Sono stati identificati diversi fattori che aumentano il rischio di sviluppare un cancro del colon-retto, tra cui il sovrappeso o l’obesità, mancanza di attività fisica, alcuni tipologie di alimentazione, il fumo, l’alcol, l’età, alcune patologie e condizioni personali o familiari. La maggioranza (circa l’80%) dei tumori del colon-retto è di natura sporadica, cioè non ci sono elementi che facciano pensare alla presenza di un fattore predisponente. Tuttavia, il 20% circa dei tumori viene considerato familiare o legato a sindromi genetiche. Generalmente i tumori sporadici compaiono a un’età media superiore ai 50 anni, mentre quelli dovuti a condizioni ereditarie colpiscono di norma le persone più giovani.

Quanto è frequente

Una piccola parte (2-5%) del rischio familiare è riconducibile a sindromi con mutazioni genetiche. In Italia, escludendo i carcinomi della cute non melanomi, i tumori del colon-retto sono la terza neoplasia più frequentemente diagnosticata dai 50 anni negli uomini e la seconda nelle donne.

La mutazione

Sono state identificati diverse sindromi associate a cambiamenti, ovvero mutazioni, di specifici geni che aumentano il rischio di cancro del colon-retto. Quasi tutte sono trasmesse con un tipo di eredità autosomica dominante. Una persona ha quindi un rischio aumentato quando ha ereditato dai genitori una copia del gene mutata e una normale (i geni sono perlopiù presenti in due copie). La più frequente è la sindrome di Lynch causata da mutazioni dei geni MLH1, MSH2, MSH6, PMS2 o EPCAM, seguita dalla poliposi adenomatosa associata a cambiamenti del gene APC (forma classica o attenuata). Altre sindromi associate all’alta suscettibilità di cancro del colon-retto sono: la poliposi associata all’attività di “correzione delle bozze” della polimerasi (geni POLE e POLD1), la poliposi gastrointestinale giovanile (geni BMPR1A, SMAD4), la sindrome di Cowden (PTEN), la sindrome di Peutz-Jeghers (gene STK11) e la sindrome di Li-Fraumeni (gene TP53). Ve ne sono poi altre due, la poliposi adenomatosa familiare legata a MUTYH (con variazioni a carico del gene MUTYH) e una sindrome in cui si ha una mutazione del gene NTHL1, che si trasmettono in modalità autosomica recessiva. Le malattie di questo tipo, a differenza di quelle con trasmissione autosomica dominante, si manifestano quando una persona ha entrambe le copie del gene mutate, ognuna ereditata da ciascun genitore.

Queste sindromi possono associarsi a un rischio aumentato anche di tumori non del colon e ad altre manifestazioni. In alcuni casi le mutazioni dei geni non sono ereditate ma possono avvenire spontaneamente.

Sintomi e diagnosi

I sintomi iniziali di un tumore colon-retto, spesso aspecifici e sottovalutati dai pazienti, possono includere perdita di sangue nelle feci, irregolarità delle funzioni intestinali, perdita peso, anemia, dolore addominale, continuo stimolo a evacuare anche dopo averlo appena fatto, presenza di masse rilevabili dal medico attraverso la palpazione dell’addome, debolezza e affaticamento. Possono inoltre verificarsi condizioni che richiedono un intervento di emergenza, come l’ostruzione intestinale, e cioè un blocco dell’intestino.

Per la diagnosi di cancro del colon-retto si ricorre a una serie di esami, che possono partire dall’esame fisico e arrivare a test più specifici, come la colonscopia (grazie alla quale si esamina la superficie del colon), la TC (tomografia computerizzata) e l’analisi del tessuto asportato che potrebbe potenzialmente essere un cancro.

I pazienti con un cancro del colon-retto e sospettati di essere colpiti da una sindrome ereditaria vengono indirizzati verso una consulenza genetica per ulteriori approfondimenti. 

Tra i fattori che possono far pensare a una condizione ereditaria vi sono: storia familiare di cancro del colon-retto e polipi, tumori primari multipli in pazienti con cancro del colon-retto, altri tumori nei parenti coerenti con le sindromi, età precoce alla diagnosi di cancro del colon-retto. La consulenza genetica potrà poi coinvolgere anche i parenti del paziente. Ad oggi alcune linee guida indicano di effettuare lo screening universale (attraverso specifici esami che partono dal tessuto tumorale stesso) della sindrome di Lynch per tutti i casi di cancro del colon-retto.

Gestione e trattamento

La consulenza genetica può essere consigliata alle persone che appartengono a una famiglia in cui è stata osservata una sindrome ereditaria. Gli specialisti potranno poi, a seconda del caso, stabilire i passi da fare per la sorveglianza.


Un modello di consulenza per il cancro del colon-retto in grado di indirizzare correttamente verso i test genetici ci potrebbe avere una familiarità per la malattia.

In Italia sono attivi i programmi di screening organizzato per il tumore del colon-retto con l’obiettivo di individuare la malattia in fase precoce. Lo screening, che può variare a seconda delle Regioni italiane, è di solito rivolto a tutti gli uomini e le donne tra i 50 e i 69 anni e prevede la ricerca del sangue occulto nelle feci da ripetere ogni due anni. Un altro test possibile nei programmi di screening è la rettosigmoidoscopia, un esame da eseguire una volta nella vita (in genere dai 58 anni) e che permette di vedere l’interno del sigma e del retto, ovvero l’ultima parte dell’intestino. Successivamente si potrà ricorrere alla colonscopia, che rappresenta invece l’esame indicato, di solito in giovane età, nelle persone ad alto rischio, incluso quelle con sindromi ereditarie che aumentano il rischio di questo cancro.

La chirurgia rappresenta l’opzione terapeutica principale per un tumore colorettale (vi sono poi altri trattamenti possibili, come la chemioterapia). L’intervento chirurgico cambia a seconda del tumore, e in alcuni casi si può procedere con la colectomia, una procedura con la quale si rimuove parte o tutto il colon spesso indicata nella poliposi adenomatosa familiare.

Nell’ambito delle sindromi ereditarie, la ricerca si concentra anche sullo studio di farmaci per la farmacoprevenzione, che potrebbero quindi prevenire i tumori, come gli antinfiammatori non steroidei (celecoxib e sulindac nella poliposi adenomatosa familiare e aspirina nella sindrome di Lynch). 

Per informazioni aggiuntive si rimanda alle schede specifiche. 

Fonti principali

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Kanth P, Grimmett J, Champine M, Burt R, Samadder NJ. Hereditary Colorectal Polyposis and Cancer Syndromes: A Primer on Diagnosis and Management. Am J Gastroenterol. 2017 Oct;112(10):1509-1525. doi: 10.1038/ajg.2017.212. Epub 2017 Aug 8. PMID: 28786406. https://doi.org/10.1038/ajg.2017.212

NCCN Guidelines Insights: Genetic/Familial High-Risk Assessment: Colorectal, Version 2.2019. https://doi.org/10.6004/jnccn.2019.0044

Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). I Numeri del Cancro 2020.

Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). Linee Guida – Tumori del colon 2019

Osservatorio Nazionale Screening. https://www.osservatorionazionalescreening.it

American Cancer Society. https://www.cancer.org

National Cancer Institut. https://www.cancer.gov

Cancer Research UK. https://www.cancerresearchuk.org

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