Un approccio chirurgico alternativo per le donne a rischio di tumore dell’ovaio

Una nuova strategia in due passaggi per la prevenzione di questo tumore sembrerebbe accettabile dalle donne in premenopausa ad alto rischio.

Anziché asportare le tube e le ovaie in un unico intervento (annessiectomia profilattica bilaterale), con lo scopo di prevenire i tumori ovarici su base genetico-ereditaria, nelle donne più giovani si potrebbe adottare una strategia alternativa. Per evitare di indurre una menopausa precoce, con tutte le sue conseguenze sulla salute femminile a breve e a lungo termine, si potrebbe adottare un protocollo in due passaggi. In un primo momento si possono asportare le tube, ottenendo una riduzione parziale del rischio di sviluppare il tumore ovarico, e in un secondo momento, quando la donna è in menopausa fisiologica, si possono rimuovere le ovaie. A porre l’attenzione su questo approccio sono alcuni ricercatori della Queen Mary University di Londra. Gli studiosi hanno condotto un sondaggio sull’accettabilità dell’approccio in a due gradini su più di 600 donne ad alto rischio di cancro dell’ovaio, metà delle quali si erano in precedenza sottoposte all’intervento tradizionale di annessiectomia profilattica bilaterale e metà non operate.
I risultati, pubblicati sulla rivista British Journal of Obstetrics and Gynaecology (https://obgyn.onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/1471-0528.16424), mostrano che quasi il 70 per cento delle donne si è detto interessato alla pratica in due step. Le più favorevoli sono risultate le donne in premenopausa, soprattutto per evitare gli effetti indesiderati dell’ovariectomia sulla funzionalità sessuale.

Chirurgia profilattica

L’asportazione di tube e ovaie è una strategia di prevenzione a cui spesso ricorrono le donne ad alto rischio di tumori ovarici su base genetico-ereditaria, per esempio legati alla presenza di mutazioni nei geni Brca 1 o Brca 2. In genere l’intervento è consigliato alle donne “mutate” che hanno già avuto figli o hanno superato l’età fertile.
Questo approccio induce la menopausa in quelle donne che non sono ancora entrate in questa fase della vita e la menopausa precoce, a sua volta, è associata a diversi effetti negativi a breve e a lungo termine. Per questo motivo molte donne ad alto rischio di tumore ovarico ritardano il ricorso a questa pratica preventiva finché non sopraggiunge la menopausa fisiologica, correndo però un rischio elevato di sviluppare il carcinoma dell’ovaio. Un approccio intermedio è quello a cui fanno riferimento gli autori dello studio, con la rimozione delle tube in un primo momento e l’asportazione delle ovaie solo una volta sopraggiunta la menopausa naturale.

“Sottoporsi a un intervento chirurgico per prevenire il tumore ovarico può rivelarsi una decisione complessa. Sebbene l’asportazione di tube e ovaie prevenga il tumore, le conseguenze della menopausa chirurgica indotta da questo trattamento allontanano molte donne da questa pratica preventiva o le portano a rimandarla – osserva il professor Ranjit Manchanda della Queen Mary University di Londra, coordinatore dello studio -. Il protocollo con due interventi in due momenti diversi può rivelarsi un’ulteriore opzione per le donne che potrebbero non essersi sottoposte alla prevenzione chirurgica, per ridurre le possibilità di ammalarsi, evitando però l’impatto negativo della menopausa precoce”.



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