Tumore alla prostata: i vantaggi dei percorsi certificati

Grazie ai PDTA e all’assistenza multidisciplinare cure più appropriate e meno ricoveri. I risultati del progetto “Prostate Cancer Team”

I pazienti con tumore alla prostata che si rivolgono a centri con Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziali (PDTA) certificati hanno la garanzia di una presa in carico tempestiva, integrata ed efficiente. Lo rivelano i risultati dell’attivazione dei PDTA per il cancro alla prostata in 29 centri specializzati in tutto il territorio italiano, nell’ambito del progetto “Prostate Cancer Team – una squadra di specialisti contro il tumore della prostata”, realizzato con il contributo non condizionante di Astellas Pharma e con il supporto organizzativo di Opt Spa, finalizzata alla certificazione Iso 9001:2015 dei PDTA da parte di un ente di certificazione internazionale indipendente. Se n’è parlato di recente a Roma, in occasione di un evento promosso da Opt con il patrocinio di Europa Uomo e della Società italiana interdisciplinare per le cure primarie.

Vantaggi per i pazienti e per la Sanità

Un aumento dal 20 al 90% dei casi di tumore della prostata discussi in ottica multidisciplinare; una maggiore appropriatezza negli esami; una diminuzione dei pazienti nuovamente ricoverati in ospedale a 30 giorni dall’intervento chirurgico nonché una migliore ripartizione della strategia terapeutica tra trattamento radioterapico, oncologico e sorveglianza attiva. Sono questi i principali benefici per i pazienti derivanti dall’attivazione e sistematizzazione dei PDTA, misurati da Opt coinvolgendo 18 team multidisciplinari e 150 clinici che hanno contribuito a raccogliere e monitorare oltre 80 indicatori.

Più nel dettaglio i dati raccolti mostrano che la percentuale di pazienti a basso rischio, che grazie all’organizzazione del PDTA, hanno svolto esami evitabili per il loro profilo, come Tc e Pet, è scesa dal 5-10% al 3%, mentre il tempo medio intercorso tra la diagnosi e la discussione del caso da parte del team multidisciplinare si è dimezzato, passando da 10-15 giorni a solo 6. Accanto a questi indubbi vantaggi per i pazienti, sono emersi risvolti positivi sia per i clinici sia per il Servizio sanitario nazionale: lavorare secondo criteri di appropriatezza comporterebbe anche una spesa minore, secondo i promotori del progetto.

L’estensione dei PDTA

«Il PDTA certificato è uno strumento dinamico, i cui singoli passaggi sono monitorati nel tempo con parametri misurabili e oggettivi che rendono misurabile l’efficacia nel tempo delle misure intraprese –fa notare Domenico Bilancia, direttore Unità operativa complessa di Oncologia medica dell’Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza -. Obiettivo futuro del gruppo multidisciplinare del San Carlo è l’estensione territoriale del PDTA con il coinvolgimento delle aziende sanitarie provinciali, dei medici di medicina generale e dell’assistenza domiciliare integrata (Rete oncologica regionale) con definizione di setting assistenziali in funzione del profilo di complessità, tenendo in somma considerazione il diritto di prossimità delle cure».

Sulla stessa linea le considerazioni di Piercarlo Gentile, responsabile della Radioterapia all’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma. «La realizzazione del PDTA nei nostri ospedali è forse la sfida più ambiziosa che la sanità italiana dovrà affrontare nei prossimi anni. È pertanto necessario coinvolgere in questo progetto non solo i professionisti sanitari, ma anche le amministrazioni per investire in dotazioni tecnologiche e spazi adeguati alla realizzazione di questo progetto».

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