Tumore al seno: l’esposizione al tabacco aumenta il rischio

Fumo attivo e passivo aumenterebbero le possibilità di ammalarsi di circa il 15%. Lo segnala una recente rassegna pubblicata su Frontieres in Oncology

Il fumo è un noto fattore di rischio per diverse neoplasie, a partire dal tumore al polmone fino ad arrivare a quelli di vescica e cavo orale. Nel caso del tumore al seno, il tabagismo è sempre stato considerato un fattore di rischio un po’ marginale rispetto ad altri elementi di maggior peso come la genetica, il sovrappeso, l’assenza di gravidanze o la terapia ormonale sostitutiva. Ora una metanalisi cinese, pubblicata di recente su Frontieres in Oncology, ha ripreso il tema, analizzando 77 studi per un totale di 2,3 milioni di partecipanti. Ebbene i dati raccolti evidenziano una chiara associazione tra fumo sia attivo sia passivo e rischio di tumore mammario rispetto alla mancata esposizione al tabacco, in particolar modo nelle donne in premenopausa.

Fumo attivo e passivo e rischi per il seno

Dall’analisi degli studi è innanzitutto emerso che il fumo attivo è un fattore di rischio per il tumore al seno con un peso maggiore rispetto all’aver smesso di fumare. Inoltre, rispetto a chi non hai mai fumato, il fumo attivo aumenterebbe il rischio di cancro mammario del 15%, percentuale che salirebbe al 24% nelle donne in premenopausa.

Analizzando la possibile associazione con tipologie precise di tumore al seno è emerso che il fumo attivo aumenta soprattutto il rischio di tumore mammario positivo per il recettore degli estrogeni, rispetto ad altri sottotipi. Infine il rischio sale all’aumentare della durata e dell’intensità del fumo.

Il fumo passivo non sembra più innocuo di quello attivo: contribuirebbe infatti anch’esso ad aumentare il rischio di cancro della mammella, soprattutto nelle donne in premenopausa.

Un altro dato interessante è che aver fumato prima del primo parto aumenta il rischio di tumore mammario del 22%, mentre il fumo dopo il primo parto aumenta il rischio di solo l’8%.

Possibili meccanismi

Oggi non c’è consenso sui meccanismi attraverso i quali il fumo aumenti il rischio di tumore mammario. L’ipotesi che va per la maggiore è che i principali fattori coinvolti siano le modificazioni che subisce il DNA per effetto degli agenti cancerogeni sprigionati dal fumo, le mutazioni che si possono verificare nel DNA cellulare nonché l’alterata regolazione delle vie di segnalazione tra cellule da parte di p53, un oncosopressore che in condizioni normali inibisce la trasformazione delle cellule in cellule cancerose.

Più di recente alcuni autori hanno ipotizzato che gli effetti dannosi del fumo sul cancro mammario dipendono dall’antagonismo tra gli effetti estrogeno-simili e quelli anti-estrogeni del tabacco. Oggi sappiamo che l’esposizione a lungo termine agli estrogeni o l’aumento della risposta cellulare a questi ormoni è un importante fattore di rischio per lo sviluppo del cancro mammario. È dunque possibile che i metalli cancerogeni, simili ai metalli nel tabacco, come il cadmio, il cromo e l’arsenico, possono indurre l’attivazione del recettore degli estrogeni e quindi svolgere ruoli simili agli estrogeni. Dall’altra parte, invece, si pensa che gli idrocarburi policiclici aromatici presenti nel tabacco svolgono un effetto anti-estrogeno competendo con i recettori degli estrogeni o inducendo il metabolismo ormonale a ridurre il livello di estrogeni attivi nell’organismo. Al momento tuttavia, i ricercatori tendono a credere che l’effetto estrogeno-simile del tabacco e il suo effetto cancerogeno prevalgano di gran lunga sull’effetto protettivo sul seno derivante dall’effetto anti-estrogeno.

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