Tumore al seno: batteri “buoni” alleati della mente

Le donne con cancro della mammella trattate con chemioterapia che assumono probiotici sembrerebbero meno soggette a disturbi cognitivi associati al trattamento. Lo rivela uno studio pubblicato su European Journal of Cancer

L’integrazione con probiotici sembrerebbe utile per ridurre gli effetti collaterali cognitivi, come deficit di memoria, dell’attenzione e delle capacità esecutive, spesso associati alla chemioterapia nelle donne con tumore al seno. A segnalarlo sono alcuni ricercatori cinesi della Central South University di Changsha, autori di uno studio randomizzato pubblicato sull’European Journal of Cancer.

Probiotici e chemioterapia per il seno

Nello studio sono state prese in esame 159 donne con cancro al seno (stadio da I a III) che necessitavano della chemioterapia adiuvante. Le pazienti sono state divise in due gruppi: metà ha assunto tre capsule contenenti probiotici due volte al giorno, mentre le restanti hanno preso un placebo (farmaco inattivo) con le stesse modalità.

Ogni capsula di probiotici conteneva 210 mg di ciascuno dei seguenti batteri “buoni”: Bifidobacterium longum, Lactobacillus acidophilus ed Enterococcus faecalis.

I benefici dei probiotici

Con uno specifico questionario, i ricercatori hanno valutato lo stato cognitivo delle pazienti subito prima di iniziare la chemioterapia e 21 giorno dopo l’ultimo ciclo di trattamento. Ebbene i dati raccolti hanno evidenziato che l’incidenza di effetti collaterali cognitivi nelle donne che hanno assunto l’integratore è diminuita in modo significativo rispetto a quanto accaduto nel gruppo di controllo (35% rispetto 81%). Oltre ad avere effetti positivi su memoria, attenzione e capacità di esecuzione, i probiotici hanno favorito miglioramenti nella memoria verbale istantanea, in quella viso-spaziale ritardata e nella fluidità verbale.

Altri effetti

Inoltre il trattamento con probiotici è stato anche associato a livelli più bassi di glicemia e di colesterolo “cattivo” (LDL) rispetto al placebo, mentre non c’erano differenze significative tra i gruppi prima della chemioterapia.

Infine, sebbene non ci siano state segnalazione di effetti collaterali gastrointestinali gravi (vomito o stipsi) in nessuno dei due gruppi di pazienti, le donne che hanno preso l’integratore hanno sofferto meno di questi disturbi.

I meccanismi protettivi

Gli autori dello studio ipotizzano che gli effetti benefici dei probiotici derivino dalla loro capacità di migliorare la composizione della flora intestinale, favorendo specie batteriche “buone” a discapito di quelle “cattive” indotte dalla chemioterapia, compensandone così gli effetti neuro-infiammatori.

Dallo studio è inoltre emerso che la supplementazione modula nove metaboliti plasmatici, suggerendo un possibile ruolo di questi metaboliti nella prevenzione degli effetti collaterali cognitivi indotti dalla chemioterapia da parte dei probiotici.

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