Social network strumento utile nella lotta al cancro

L’utilizzo, consapevole e certificato, di Facebook, Twitter e Instagram, può rivelarsi utile per promuovere campagne di sensibilizzazione ma bisogna garantire un’informazione corretta

Per 9 oncologi su 10 i social media possono rivelarsi validi alleati nella lotta al cancro e nella formazione professionale, ma bisogna fare attenzione alla cattiva informazione che spesso circola su Facebook, Twitter e Instagram. Più del 40% degli oncologi ritiene infatti che per i pazienti possa essere difficile discriminare tra notizie veritiere e le tante “bufale” che circolano in relazione ai tumori. Per quanto riguarda i singoli social media, gli oncologi considerano Twitter il più efficace per l’informazione, l’aggiornamento e la formazione scientifica; LinkedIn per l’interazione con i colleghi e Facebook e Instagram per comunicare con i pazienti oncologici. Questi i principali risultati di un sondaggio su 1076 oncologi europei pubblicato su ESMO Open, che è stato ripreso in occasione del primo corso per clinici e giornalisti promosso dal Collegio Oncologi Medici Universitari (COMU), tenutosi di recente a Palermo.

Infodemia sui social

L’infodemia, ovvero la “sovrabbondanza di informazioni” che oggi è possibile trovare sui social e sul web in generale, è un fenomeno in crescita, come ha evidenziato in modo chiaro la pandemia di Covid19. Oggi è sempre più difficile trovare fonti affidabili e indicazioni attendibili e questo, nell’ambito medico e soprattutto oncologico, può esporre anche a dei rischi. Se i clinici posseggono gli strumenti per districarsi nella mole di notizie prodotte dalla rete, i rischi sono maggiori per i pazienti oncologici, spesso fragili. La diminuzione della fiducia nella scienza porta spesso questi soggetti ad affidarsi a terapie alternative, prive di validità scientifica, e non di rado a rifiutare trattamenti di provata efficacia di tipo chirurgico, radioterapico o chemioterapico. Alcuni studi mostrano addirittura che le persone che si affidano alla medicina alternativa hanno più del doppio delle probabilità di morire rispetto a quelle trattate con le terapie tradizionali.

Alleanza oncologi e giornalisti medico-scientifici

«Troppe informazioni distorte e fake news pubblicate su siti web e riviste non autorevoli si propagano attraverso un uso sconsiderato dei social media – spiega Antonio Russo, presidente COMU e professore ordinario di Oncologia medica all’Università degli Studi di Palermo -. Nell’attuale era di fake news e di sfiducia nelle Istituzioni, gli sforzi devono essere raddoppiati per comunicare con precisione i progressi della ricerca scientifica nella lotta ai tumori al pubblico laico e ai pazienti e per garantire che la vera conoscenza sia separata dal materiale falso. Per questo abbiamo promosso il primo corso del COMU per giornalisti medico-scientifici e oncologi. I due mondi devono imparare a conoscere le reciproche esigenze per rispondere alla richiesta di buona informazione da parte dei cittadini. Vogliamo offrire ai clinici gli strumenti per comunicare con i giornalisti e siglare un’alleanza con il mondo dei media».

Le potenzialità del web nella lotta ai tumori

Sebbene i social media possano essere un “serbatoio” di fake news, non vanno però demonizzati perché possono rivelarsi armi importanti per sensibilizzare la popolazione sui tumori e sulle strategie migliori per contrastarli. «Le potenzialità aggregative di questi strumenti consentono di allargare la rete degli utenti (non solo medici, ma anche pazienti e cittadini) fino a coinvolgerli direttamente nelle attività delle società scientifiche, favorendo così la loro diffusione virale – fa notare Russo -. Non solo. I social network permettono anche di realizzare campagne di sensibilizzazione e di promuovere stili di vita sani, raggiungendo specifiche fasce di popolazione, ma sono ancora poco impiegati in questo senso».

Non bisogna poi dimenticare che i pazienti oncologici utilizzano i social network anche per far parte di una comunità, per sentirsi meno soli. A questo proposito ci sono dati che evidenziano come chi interagisce sui social abbia maggiori probabilità di partecipare a studi clinici e screening.

«Il potenziale di questi strumenti in oncologia è davvero notevole e compito degli addetti ai lavori è anche quello di farsi protagonisti di questa rivoluzione, cercando di comprendere sempre meglio come utilizzare i social» conclude Russo.

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