Sindromi ereditarie: relazioni con altri tumori e malattie

Un nuovo studio affronta l’associazione tra condizioni ereditarie di predisposizione al cancro e altre patologie neoplastiche e non. Potenziali ricadute su diagnosi e gestione dei pazienti

Le sindromi ereditarie di predisposizione ai tumori sembrerebbero associate a un aumentato rischio di sviluppare alcune forme di cancro non precedentemente collegate alle varianti germinali. Non solo, aumenterebbero anche il rischio di malattie non neoplastiche. Lo segnala uno studio pubblicato su JAMA Oncology, coordinato da ricercatori del National Human Genome Research Institute del NIH di Bethesda.

Lo studio

I ricercatori statunitensi hanno analizzato, tramite le cartelle cliniche elettroniche, i dati relativi a più di 200 mila partecipanti di tre coorti, in particolare il set di dati dell’Electronic Medical Records and Genomics Sequencing (eMERGEseq) che ha coinvolto più di 20 mila individui prevalentemente sani, seguiti per oltre 12 anni; la coorte della Biobanca britannica che ha reclutato circa 180 mila partecipanti, seguiti per 12,4 anni; nonché il Registro dei tumori ereditari che ha visto il coinvolgimento di più di 3000 pazienti sottoposti a test genetici clinici presso il Vanderbilt University Medical Center, con un follow-up medio, sempre attraverso le cartelle cliniche elettroniche, di 8,8 anni. Lo scopo dell’analisi è stato quello di identificare eventuali associazioni tra varianti germinali in 23 geni responsabili di sindromi ereditarie di predisposizione ai tumori e il rischio di sviluppare neoplasie non note per essere associate alle varianti analizzate e altre patologie non tumorali.

Associazioni con altri tumori e malattie

I dati raccolti hanno innanzitutto confermato le associazioni già note delle varianti nei 23 geni analizzati con il rischio aumentato di 38 tumori. Ma lo studio ha anche evidenziato sette nuove associazioni con rischio aumentato di altri tumori: leucemia e neoplasie plasmacellulari in caso di varianti nel gene CHEK2; cancro gastrico e del pancreas per ATM; cancro del rene per MUTYH (entrambe le copie del gene mutate); cancro della vescica per MSH6; e tumori benigni del dotto biliare epatico/intraepatico per APC.

Nello studio sono state inoltre identificate in totale 12 associazioni con aumentato rischio di malattie non neoplastiche, tra cui cisti ovariche per i geni BRCA1/2; pancreatite acuta per MEN1; gastrite e duodenite per APC e gastrite cronica per PTEN.

Ricadute su diagnosi e gestione

«La conoscenza dello spettro delle condizioni associate alle sindromi tumorali ereditarie può migliorare la diagnosi e la gestione delle malattie per i pazienti. Non solo, può aiutare a identificare gli individui ad alto rischio grazie all’esecuzione di test genetici a cascata» scrivono gli autori dello studio. Qualora venissero replicate le osservazioni fatte, potrebbero inoltre essere sviluppati nuovi protocolli di gestione dei pazienti. Senza contare che questa ricerca di associazione genetica, che si è avvalsa dei dati raccolti tramite le cartelle cliniche elettroniche, mette in risalto le potenzialità di questo approccio nella medicina genomica.

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