15 Maggio 2023Peso in eccesso nemico per il seno nelle donne con mutazioni BRCADiagnosi e prevenzione Nuovo studio suggerisce che l’obesità possa aumentare il rischio di cancro mammario in presenza di alterazioni patogenetiche ereditarie nei geni di suscettibilitàL’obesità è un noto fattore di rischio per il cancro al seno nella popolazione generale, mentre è meno chiaro se aumenti le possibilità di ammalarsi anche nelle donne con alterazioni patogenetiche nei geni di suscettibilità BRCA1 e BRCA2. Ora un nuovo studio americano, pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, suggerisce che sovrappeso e obesità possano in effetti avere un ruolo causando un danno al DNA nelle cellule sane prelevate dal seno di donne con mutazioni BRCA.I danni cellulari associati al peso in eccessoPer cercare d comprendere il possibile ruolo dell’obesità nell’insorgenza del tumore mammario nei soggetti con mutazioni BRCA e valutare eventuali strategie preventive, gli autori dello studio hanno esaminato il normale tessuto mammario di donne con mutazione BRCA, obese e non, che avevano subito mastectomie preventive. In parallelo hanno studiato il legame tra una dieta ricca o povera di grassi in topi con una mutazione BRCA.Gli studiosi hanno innanzitutto visto che le cellule mammarie sane di donne con un indice di massa corporea (BMI) più elevato presentavano più danni al DNA rispetto a quelle di donne con un indice di massa corporea inferiore. Questo dato è importante visto che le mutazioni BRCA comportano una ridotta capacità di riparare i danni al DNA e un conseguente maggior rischio di cancro al seno, all’ovaio e in altri organi.I test con possibili farmaci preventiviI ricercatori statunitensi hanno testato sulle cellule mammarie normali coltivate in laboratorio l’eventuale capacità di alcuni farmaci di ridurre il danno al DNA. La metformina, un antidiabetico, e il fulvestrant, un antiestrogeno che indice una riduzione del numero di recettori degli estrogeni, sono i farmaci che sono stati “somministrati” alle cellule coltivate in laboratorio.Le cellule mammarie normali di donne con alterazioni patogenetiche nei geni BRCA trattate con la metformina presentavano meno danni al DNA rispetto alle cellule non trattate con questo farmaco. Pur non dimostrando che la metformina riduce il rischio di cancro al seno, questo esperimento suggerisce che l’assunzione di tale farmaco possa ridurre il danno al DNA e potenzialmente diminuire anche il rischio di ammalarsi delle portatrici di mutazioni BRCA. Risultati analoghi sono stati ottenuti trattando le cellule in laboratorio con fulvestrant.Gli effetti della dietaIn un altro esperimento, i ricercatori americano hanno confrontato diete ricche o povere di grassi in topi che avevano una mutazione BRCA. In questo modo hanno visto che i topi portatori di una mutazione BRCA alimentati con una dieta ricca di grassi hanno avuto più danni al DNA rispetto a quelli che sono stati alimentati con una dieta povera di grassi.Inoltre, dopo l’esposizione a sostanze chimiche cancerogene, i topi alimentati con cibi ricchi di grassi hanno sviluppato tumori più spesso rispetto ai topi con diete povere di grassi.Rischio di cancro ovaricoA completamento del loro studio, i ricercatori americani hanno analizzato, sempre nelle donne portatrici di mutazioni BRCA, anche campioni di tessuto ovarico e delle tube di Falloppio. Hanno scoperto che un indice di massa corporea più elevato era associato a più danni al DNA nelle cellule intorno alle tube di Falloppio, ma non nelle cellule intorno alle ovaie. Questo dato è coerente con l’osservazione che di frequente il tumore ovarico ha origine proprio dalle tube. Negli anni è stato infatti osservato come circa il 70% dei carcinomi ad alto grado che colpiscono l’ovaio abbia origine dalle tube e poi si diffonda alle strutture limitrofe, anche se non sempre è possibile fare una distinzione della sede primitiva di partenza del tumore.L’importanza di mantenere un peso correttoSebbene i dati raccolti in laboratorio sulle cellule, e ancor meno quelli emersi dai test sui topolini, non possano essere traslati a quello che accade nell’organismo delle donne portatrici di alterazioni genetiche ereditarie nei geni BRCA, il nuovo studio documenta che il sovrappeso aumenta il danno al DNA, il quale può a sua volta può aumentare il rischio di cancro mammario. Allo stesso tempo i dati su topi suggeriscono i benefici di una dieta a basso contenuto di grassi. Nel loro insieme queste osservazioni sono suggestive di un possibile ruolo di sovrappeso e obesità nell’aumentare il rischio di sviluppare il tumore mammario, sottolineando come mantenere sotto controllo il peso corporeo possa avere ricadute positive nella riduzione di tale rischio, senza contare gli effetti benefici sulla salute in generale.Condividi sui socialFacebookLinkedInTwitter
31 Maggio 2023Rapporto FAVO 2023: il punto su cancro e attività fisicaApprofondimenti e intervisteNel documento un capitolo, realizzato con l’aiuto degli esperti di AIOM, sottolinea il ruolo dell’esercizio fisico nella prevenzione…Leggi tutto
29 Maggio 2023Immunoterapia meno efficace nei diabeticiRicerche e studi cliniciSecondo un recente studio i pazienti con diabete rispondono meno ai trattamenti immunoncologici, complice l’obesità che spesso accompagna…Leggi tutto
26 Maggio 2023Tumori: il 16% delle donne deve lasciare il lavoro. Un aiuto per reintagrarsiIniziativeUn progetto di Europa Donna Italia mira ad abbattere le barriere che impediscono alle pazienti oncologiche di rientrare…Leggi tutto
24 Maggio 2023Rapporto FAVO 2023: il punto della situazione sui tumori ereditariApprofondimenti e intervisteFocus sulle sindromi ereditarie di predisposizione al cancro in occasione della presentazione del 15° Rapporto della Federazione sull’assistenza…Leggi tutto
22 Maggio 2023Tumori di seno e ovaio ereditari: nuovo percorso dedicato a RomaDiagnosi e prevenzioneAvviato all’Asl Roma 1 e all’Ospedale Sant’Andrea un percorso di screening e sorveglianza congiunto per identificare le donne…Leggi tutto
19 Maggio 2023Molecular tumor board da implementareEventi e congressiPer ora sono attivi solo venti gruppi multidisciplinari, ma per attuare una medicina di precisione vanno aumentati e…Leggi tutto
17 Maggio 2023Al via il Gruppo di lavoro FAVO Tumori EreditariApprofondimenti e intervisteGrazie alla collaborazione di associazioni di pazienti e fondazioni del terzo settore, tra cui la stessa Fondazione Mutagens,…Leggi tutto
15 Maggio 2023La consapevolezza dei portatori di sindromi ereditarie tra esperienza personale e valore collettivo L'EditorialePer ogni essere umano avere a che fare con le proprie fragilità non è una cosa semplice. Ancora…Leggi tutto
12 Maggio 2023Gestione in team delle complicanze cardiovascolari associate alle terapie oncologicheDiagnosi e prevenzionePresentato alla Camera dei deputati il volume “Cardio-Oncology” che sottolinea la necessità di adottare strategie di prevenzione, diagnosi…Leggi tutto
10 Maggio 2023Melanoma: incoraggiante la combinazione immunoterapia e vaccino personalizzatoApprofondimenti e intervisteDati preliminari sul trattamento adiuvante con l’immunoterapico pembrolizumab e la terapia a mRNA indicano una riduzione del rischio…Leggi tutto
8 Maggio 2023Sindrome di Lynch: nuove prospettive grazie a vaccini miratiRicerche e studi cliniciAllo studio due nuovi approcci vaccinali per prevenire o ritardare l’insorgenza dei tumori associati a questa condizione, la…Leggi tutto
5 Maggio 2023Newsletter #04 2023NewsletterCarissime/i,ecco la Newsletter #04 2023 della Fondazione Mutagens. In questo numero si parla di cancro gastrico e mammario,…Leggi tutto
5 Maggio 2023Tumori: l’importanza dei dati sui sintomi riportati dai pazienti in terapiaIniziativeLa maggior parte degli studi analizza la qualità di vita, ma solo una ricerca su due pubblica i…Leggi tutto
1 Maggio 2023Tumore ovarico tra passato e futuroIniziativeIn vista della Giornata mondiale dell’8 maggio, su invito di ACTO, Nicoletta Colombo, direttore del programma di ginecologia…Leggi tutto