Nasce Fondazione Periplo per l’oncologia del territorio

L’iniziativa vuole promuovere un cambiamento profondo dell’assistenza ai pazienti oncologici, oggi troppo focalizzata sull’ospedale. In molti casi i malati possono essere assistiti anche al domicilio, ma servono progetti concreti per definire e mappare gli indicatori di efficacia dei percorsi assistenziali

In Italia vivono più 3 milioni e 600mila persone dopo la diagnosi di tumore. Circa il 30%, pari a oltre un milione di persone, potrebbe essere seguito sul territorio, con notevoli risparmi per il sistema sanitario. Ma oggi, nel nostro Paese, non esiste ancora l’oncologia territoriale. Incentivarla e migliorare l’assistenza ai pazienti oncologici è l’obiettivo della neonata Fondazione Periplo, che costituisce l’evoluzione di Periplo, associazione formata da clinici che svolgono un ruolo di riferimento nelle Reti oncologiche regionali di appartenenza.

La Fondazione Periplo ha già avviato progetti concreti che mirano a definire e a mappare gli indicatori di efficacia dei percorsi assistenziali di due neoplasie: il tumore della mammella, il più frequente in Italia (55mila nuove diagnosi stimate nel 2020), e il cancro del polmone, la prima causa di morte oncologica. Almeno il 20% dei casi di cancro del polmone e più del 50% dei tumori al seno potrebbero essere gestiti al di fuori degli ospedali. 

I finanziamenti

Uno dei temi più rilevanti da affrontare è quello dei costi che vanno riconsiderati come segnala Pierfranco Conte, presidente Fondazione Periplo e direttore Divisione di Oncologia Medica 2, Istituto Oncologico Veneto (IOV) di Padova. “Nelle fasi iniziali della malattia, le spese sono riconducibili soprattutto alla chirurgia, mentre in quelle più avanzate l’impatto economico deriva dalla radioterapia, dai trattamenti farmacologici e dalle cure palliative. Questa analisi è importante, perché vuole sensibilizzare i clinici sull’utilizzo appropriato delle risorse e indirizzare le Istituzioni nelle scelte sulla loro allocazione. Uno degli obiettivi di Fondazione Periplo è promuovere un diverso sistema di rimborsabilità delle prestazioni, che superi le singole voci di costo per considerare la presa in carico complessiva della patologia, che può essere misurata”. 

Percorsi diagnostico-terapeutici

Un settore su cui è fortemente impegnata la Fondazione è quello che riguarda l’appropriatezza dei Percorsi Diagnostico-Terapeutico-Assistenziali (PDTA), che caratterizzano l’assistenza al malato. In particolare il progetto Re.Mi, mira a definire i requisiti minimi del percorso diagnostico terapeutico e assistenziale dei carcinomi della mammella e del polmone. “Lo scopo è condividere e uniformare a livello nazionale i requisiti minimi perché il PDTA in queste patologie possa ritenersi adeguato – spiega Valentina Guarneri, professore ordinario di Oncologia medica all’Università di Padova -. Ad oggi, infatti, solo alcune Regioni hanno definito PDTA corredati da specifici indicatori. Particolare attenzione è rivolta al rispetto dei tempi”.

Partendo dai requisiti minimi stabiliti da Re.Mi, Fondazione Periplo ha avviato anche il progetto MAP, uno studio osservazionale retrospettivo che coinvolge 5 centri (Bergamo, Ferrara, Padova, Perugia, Torino). “L’obiettivo è mappare l’aderenza ai percorsi diagnostici terapeutici e assistenziali, attraverso il monitoraggio di indicatori clinicamente rilevanti, per verificare se vi sia uniforme accessibilità alle cure migliori, sicurezza delle prestazioni correlata ad un’adeguata organizzazione, tempestività della presa in carico, continuità dell’assistenza e appropriatezza prescrittiva –continua Guarneri -.  È previsto un periodo di arruolamento di 3 mesi, seguito da un follow up di 5 anni per il cancro della mammella e di 3 anni per quello del polmone”.

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