Melanoma: incoraggiante la combinazione immunoterapia e vaccino personalizzato

Dati preliminari sul trattamento adiuvante con l’immunoterapico pembrolizumab e la terapia a mRNA indicano una riduzione del rischio di recidiva nei pazienti con il tumore cutaneo in fase III/IV resecato. Vediamo, con l’aiuto di Paolo Ascierto dell’Istituto dei tumori Pascale di Napoli, come funziona il nuovo approccio e gli sviluppi futuri

I vaccini a mRNA si stanno rivelando sempre più uno strumento prezioso nella lotta ai tumori. Lo confermano i dati preliminari dello studio di fase II KEYNOTE-942, presentati di recente al congresso dell’American Association for Cancer Research. Dalla ricerca, condotta su pazienti con melanoma in stadio III/IV resecato, ovvero che hanno subito la rimozione chirurgica totale del tumore, è emerso che la terapia adiuvante con l’immunoterapico prembrolizumab e il vaccino terapeutico a mRNA-4157 (V940) permette di ridurre il rischio di recidiva o morte. Approfondiamo il tema con l’aiuto di Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia, melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative all’Istituto Tumori Pascale di Napoli.

Paolo Ascierto

Dall’immunoterapia ai vaccini terapeutici

Negli ultimi dieci anni le possibilità terapeutiche contro il melanoma metastatico hanno fatto passi da gigante, prima grazie ai farmaci immunoterapici, e ora i vaccini terapeutici a mRNA stanno aprendo nuove prospettive. «I farmaci immunoterapici hanno permesso di allungare notevolmente l’aspettativa di vita dei pazienti con melanoma metastatico – premette Ascierto -. In molti casi siamo riusciti a far diventare il tumore una malattia cronica. Circa il 50% dei pazienti metastatici è ancora vivo dopo oltre sette anni dalla diagnosi. I nuovi vaccini a mRNA rappresentano una nuova freccia al nostro arco e potrebbero aiutare anche quelle persone che non traggono i benefici sperati dall’immunoterapia. I risultati dello studio di fase II KEYNOTE-942 ci incoraggiano a proseguire su questa strada, fornendo prove sull’efficacia dei vaccini a mRNA personalizzati in combinazione con l’immunoterapia».

I vaccini a mRNA personalizzati

Il nuovo vaccino terapeutico a mRNA per il melanoma, usato nella sperimentazione, è stato messo a punto dalla farmaceutica americana Moderna, forte dell’esperienza con il Covid-19. «Il vaccino viene personalizzato per ogni singolo paziente – spiega Ascierto -. In pratica si prende un campione del tumore, lo si manda in un laboratorio esterno specializzato, dove viene processato e analizzato. Il passo successivo prevede la selezione, attraverso un particolare algoritmo sviluppato da Moderna, di 34 neoantigeni, ovvero molecole riconosciute come estranee dal sistema immunitario del singolo individuo e tipiche del suo tumore, scegliendo quelli più capaci di stimolare una risposta immunitaria contro la neoplasia. Da questi neoantigeni vengono costruiti i rispettivi RNA messaggeri che poi vengono inoculati nel paziente».

I primi dati incoraggianti con la terapia a mRNA

Nello studio di fase II KEYNOTE-942, che mirava a testare la sicurezza e l’efficacia della terapia adiuvante con pembrolizumab e il vaccino a mRNA sperimentale, sono stati presi in esame 157 pazienti con melanoma in fase III/IV resecato: 107 soggetti sono stati trattati con la terapia adiuvante e 50 solo con l’immunoterapia. «I dati a due anni indicano che la terapia adiuvante consente una riduzione significativa del rischio di recidiva o morte del 44%. La combinazione aumenta anche il tempo libero da recidiva rispetto alla monoterapia: a 18 mesi il 78,6% dei malati nel gruppo della combinazione non aveva avuto una ricaduta, rispetto al 62,2% di chi aveva preso solo l’immunoterapia. Questi dati supportano dunque il potenziale della nuova terapia di combinazione, giustificando l’avvio dello studio di fase III a cui parteciperanno anche alcuni centri italiani, tra cui il Pascale di Napoli» segnala Ascierto.

Gli sviluppi futuri

L’avvio della fase III dello studio KEYNTE-942 è previsto nei prossimi mesi.  Sono inoltre in fase di studio anche altre combinazioni tra immunoterapia e vaccini a mRNA. «Il nostro Istituto, oltre a partecipare alla nuova sperimentazione di fase III, è impegnato anche in un’altra ricerca, promossa dall’azienda Evaxion, che prevede l’uso di un vaccino a mRNA, realizzato con un procedimento simile a quello di Moderna, in combinazione con l’immunoterapia, che verranno però utilizzati in un setting diverso, ovvero in prima linea in pazienti con malattia metastatica. Anche se si stanno aprendo nuove possibilità, la cautela rimane d’obbligo. Nei prossimi anni potremo avere una visione più chiara e definita delle possibili applicazioni dei vaccini a mRNA nei pazienti oncologici» conclude Ascierto.

Antonella Sparvoli

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