BRCA: possibili rischi anche per vie biliari, esofago e stomaco

La gamma di tumori associati ad alterazioni nei geni “Jolie” sembrerebbe più ampia di quella determinata finora, suggerendo un’estensione dell’indicazione ai test genetici 

L’importanza dei test genetici per la ricerca di mutazioni germinali nei geni BRCA1 e BRCA2 è oggi ormai riconosciuta nei tumori di mammella, ovaio, prostata e pancreas, tuttavia uno studio giapponese pubblicato di recente su JAMA Oncology suggerisce che lo spettro di neoplasie associate ad alterazioni in tali geni sia in realtà più ampio. Tale osservazione, a detta degli autori, potrebbe avere implicazioni importanti nella pratica clinica, a partire dall’estensione dei test genetici ad altre tipologie di tumori fino al trattamento mirato con farmaci che stanno rivelando sempre più la loro efficacia nei tumori associati a difetti della ricombinazione omologa, quali i PARP inibitori.

Nuove associazioni

I ricercatori giapponesi hanno preso in esame più di 60 mila pazienti con 14 tipi di cancro e circa 37 mila controlli. Analizzando i campioni di DNA dei soggetti e i loro dati clinici, tratti dalla BioBank nazionale, è emersa un’associazione tra le varianti patogene nei geni BRCA e diverse tipologie di cancro, oltre a quelle note. In particolare alterazioni patogene nel gene BRCA1 sono risultate associate al cancro delle vie biliari e dello stomaco, mentre varianti in BRCA2 al cancro esofageo e, come per BRCA1, quello gastrico. I ricercatori fanno comunque notare che questi tumori sono più diffusi nell’Asia orientale rispetto all’Europa.

BRCA: da seno e ovaie ad altri tumori

«Risale ormai agli anni ’90 l’identificazione del ruolo dei geni BRCA nella sindrome ereditaria del cancro alla mammella e all’ovaio (HBOC) e da allora hanno man mano preso il via gli screening genetici per orientare il trattamento e la sorveglianza dei pazienti e dei loro familiari a rischio – scrivono gli autori -. I PARP inibitori sono stati sviluppati sulla base dei difetti dei meccanismi di riparazione del DNA associati alle varianti nei geni BRCA e sono stati impiegati con successo prima nei tumori della mammella e dell’ovaio, a cui successivamente si sono aggiunti quelli di prostata e pancreas». Nuovi studi hanno mostrato un legame tra mutazioni BRCA e altri tipi di cancro (vie biliari, endometrio, colon-retto, esofago, stomaco e collo dell’utero), ma finora l’evidenza non è stata considerata sufficiente per modificare le attuali linee guida per la gestione dei pazienti. Ma i nuovi dati potrebbero stimolare dei cambiamenti, come sottolineano i ricercatori giapponesi.

Possibili implicazioni sulle linee guida

«Questi risultati di associazione di rischio, insieme alla nostra analisi di associazione con la storia familiare di cancro e fenotipi clinici, sono rilevanti per lo sviluppo e l’adattamento delle linee guida sui test genetici, sulle opzioni di trattamento e la terapia con PAPR inibitori per tali tipi di cancro – concludono gli autori dello studio -. A seconda della forma tumorale, oggi esistono diverse linee guida per individuare i pazienti a cui dare la priorità per l’esecuzione dei test genetici sulla linea germinale. Le linee guida della National Comprehensive Cancer Network raccomandano, per esempio, che tutti i pazienti con cancro del pancreas vangano testati. Ancora, i pazienti con cancro al seno o alle ovaie vengono selezionati in base a diversi criteri. Questo studio suggerisce che la storia familiare dei sette tipi di cancro (mammella, ovaio, pancreas, prostata, vie biliari, esofago e stomaco) ha identificato in modo efficiente i pazienti con varianti patogenetiche. Pertanto, queste informazioni sarebbero utili per ampliare le indicazioni per i test genetici di individui con storia familiare di tali neoplasie».

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